Lifeline, richiesta d'aiuto. Guardia costiera italiana: "Non chiamateci più"
Migranti: cargo in rada a Pozzallo, a bordo 110 soccorsi Lifeline. Salvini atteso in Libia lunedì. Meloni: "Chiedo il blocco navale"
Migranti: Salvini atteso in Libia lunedi'
L'annunciata missione del ministro dell'Interno Matteo Salvini in Libia si svolgera' nella giornata di lunedi'. E' quanto si apprende da fonti governative. La partenza del vice premier per Tripoli - viene riferito - avverra' lunedi mattina. Dopo gli incontri si terra' una breve conferenza stampa in loco e il rientro e' fissato in giornata. La conferenza non sara' in Libia, contrariamente a quanto scritto. Ma dovrebbe tenersi al Viminale al suo rientro. D'altronde nei giorni scorsi lo staff del ministro aveva precisato, in una comunicazione ai cronisti che abitualmente seguono il Viminale e il segretario leghista, che non sarebbe stato possibile seguirlo in missione.
Migranti: Lifeline, "attendiamo in mare soluzione diplomatica"
Lifeline, la nave della ong na cui sia il governo italiano che quello maltese hanno chiuso i porti lasciandola in mare con 230 migranti a bordo, "attende una soluzione diplomatica" che le consenta di giungere a un approdo sicuro. "Sono in corso negoziati tra diversi Stati", ha detto da Dresda all'agenzia France Presse Axel Steier, portavoce della ong, che non ha voluto fornire altri dettagli sul contenuto di questi. Domani dovrebbero giungere da La valletta, si e' limitato ad aggiungere, "coperte, medicinali e cibo". Tra i migranti soccorsi da Lifeline vi sono 14 donne e quattro bambini. La ong smentisce Roma, che, forte di una conferma dei Paese Bassi, ha annunciato di voler avviato una inchiesta sulla bandiera battuta dalla nave affermando che non e' olandese e fatto sapere di volerla sequestrare. "E' tutto legale - ha spiegato Steier - i documenti sono in ordine". Nella notte di mercoledi' scorso l'imbarcazione aveva recuperato da un gommone i migranti e ieri aveva partecipato al salvataggio di altri 113 migranti che ora si trovano su una nave mercantile. Dalla nave Lifeline hanno riferito cosi' le fasi del salvataggio: "Nel bel mezzo della notte abbiamo ricevuto un messaggio radio: gommone in pericolo. Non lontano da noi. Abbiamo offerto il nostro supporto ad Alexander Maersk, una grande nave portacontainer non effettivamente preparata per effettuare un salvataggio. Accettano per fortuna la nostra offerta. Ora siamo sul posto e il nostro equipaggio RHIB sta assistendo le persone mentre salgono a bordo su una scala di maglia da 5 metri". La Maersk, battente bandiera danese, e' oggi giunta in rada a Pozzallo (Ragusa), con a bordo migranti. L'Italia ha accusato Lifeline di aver soccorso i migranti senza attendere le indicazioni della Guardia Costiera italiana; di essere irresponsabili perche' la nave ha una capacita' massima di 50 persone e che la Lifeline e' "probabilmente fuorilegge": il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, ha ricordato che la nave porta bandiera olandese nonostante il governo dell'Aja abbia assicurato che non ha il permesso. L'organizzazione ha risposto mostrando, su Twitter, i documenti che provano che l'imbarcazione e' effettivamente registrata in Olanda, con data 19 settembre 2017 e con validita' fino al 2019. Lifeline ora si trova al largo di Malta per cui il governo ha chiesto a La Valletta di farsene carico. Dopo che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aveva avvertito che non consentira' piu' ad alcuna imbarcazione di ong di arrivare in un porto italiano, Toninelli ha chiesto a Malta che apra i suoi porti. Ma Malta ritiene che non puo' essere "responsabile dell'irresponsabilita'" di una barca che naviga sovraccarica, ha aggiunto che dell'imbarcazione deve farsi carico il Paese di cui porta la bandiera, in questo caso l'Olanda, e che pertanto La Valletta si limitera' a "controllare" e "fornire assistenza in casi di urgenze sanitarie e se necessario".
Lifeline richiesta di soccordo. Guardia costiera italiana: "Non chiamateci più"
Al terzo giorno in mare con 224 migranti a bordo la Ong tedesca manda una richiesta di soccorso per mancanza di farmaci, cibo e coperte. "Ci troviamo a su di Malta in acque internazionali. Alcune forniture sono esaurite, oggi abbiamo assolutamente bisogno di approvigionamenti per la nave. Abbiamo bisogno di farmaci, coperte. Aiutateci". Dalla sala operativa di Roma parte una nota a tutti i comandanti che incrociano in zona Sar libica. "Rivolgetevi a Tripoli". Ecco la nota: "Da questo momento, ai sensi della convenzione Solas (Safety of life at sea) i comandanti di nave che si trovano in mare nella zona antistante la Libia, dovranno rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso". La convenzione a cui fa riferimento la nota è quella per la salvaguardia della vita umana firmata nel lontano 1914 da 162 Paesi dopo il disastro del Titanic" a salvaguardia della vita umana in mare". La Guardia costiera italiana la ricorda ora a tutti i comandanti delle navi che transitano nella zona Sar libica, quella in cui ovviamente avvengono tutti i soccorsi delle imbarcazioni con i migranti.
Migranti, Salvini: "2 navi Ong nel Mediterraneo e 3 a Malta. Voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi"
"In questo momento le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati". A postare queste informazioni su Facebook e' il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Le navi di altre tre Ong (Astral, bandiera Gran Bretagna, Sea Watch e Seefuchs, bandiere olandesi) sono ferme in porti Maltesi. Che strano... - continua il ministro -. La LIFELINE infine, nave fuorilegge con 239 immigrati a bordo, e' in acque maltesi. Tutto questo per dirvi che il Ministro lo faro' insieme a voi, condividendo tutte le informazioni che sara' possibile condividere, e per ribadire che queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia: voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi!".
Migranti: Meloni, FdI chiede ufficialmente a Conte blocco navale
"Il blocco navale e' l'unico provvedimento che agisce all'origine del fenomeno dell'immigrazione clandestina e interrompe la catena della morte incentivata dagli scafisti che trafficano in esseri umani. Non e' una presa di posizione ideologica, e' la cronaca quotidiana a suggerircelo". Lo scrive su Libero la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio Ue di fine mese. "Abbiamo di fronte a noi un'occasione formidabile", spiega appunto Meloni, "quella del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Per questo Fratelli d'Italia nei prossimi giorni presentera' in Parlamento una risoluzione che impegni il governo Conte a chiedere ufficialmente in quella sede l'istituzione del blocco navale. Vediamo chi ci sta, e chi invece si limita a fare retorica sulla solidarieta' europea, salvo poi chiudere le proprie frontiere in faccia agli immigrati". "L'unica decisione che puo' affrontare di petto l'emergenza (che si tratti di emergenza ormai non lo negano piu' neppure la Merkel e Macron) e' impedire le partenze stesse. La via e' il blocco navale, che non si configurerebbe affatto come una minaccia nei confronti della Libia, anzi a nostro giudizio si puo' e si deve attuare in accordo con le autorita' libiche, mettendo sul tavolo tutta la forza e l'autorevolezza negoziale dell'Unione Europea. In ogni caso, in punta di diritto internazionale, stiamo parlando di una non piu' procrastinabile reazione difensiva rispetto a un'ondata migratoria (600mila persone in 6 anni) che e' in se stessa un atto d'aggressione. Oltre che, ovviamente, di un'azione di giustizia rispetto ai rifugiati autentici: il blocco navale sarebbe chiaramente da accompagnare con la creazione di hot spot funzionanti in Libia, che avrebbero come compito primario quello di individuare chi abbia effettivamente diritto all'asilo". "Il confine Sud del Mediterraneo - sottolinea Meloni - e' il confine di tutta l'Unione, non dell'Italia. Se la moneta e' comune, se le regole del commercio sono comuni, anche le frontiere sono comuni, altrimenti non e' un'Unione, e' una presa in giro. Tra l'altro, e' quello a cui ci richiamano il tanto vituperato Orban e tutto il gruppo di Visegrad: come noi difendiamo il confine a Est, ci dicono, non si capisce perche' voi non difendiate il confine a Sud. Mi pare il contrario di un approccio estremistico - conclude Meloni - mi pare un'idea di buon senso e soprattutto di buona politica, in difesa dei cittadini italiani che immagino non ne possano piu' di vedere la propria nazione trasformata nel campo profughi d'Europa".
Migranti: cargo in rada a Pozzallo, a bordo 110 soccorsi Lifeline
La nave porta container Alexander Maersk, battente bandiera danese, e' in rada a Pozzallo (Ragusa), con a bordo tra 110 e 120 migranti soccorsi dalla ong tdesca Lifeline. Il cargo e' ufficialmente in attesa di disposizioni da parte del suo armatore, ma secondo la ong sta attendendo da ieri l'autorizzazione allo sbarco dei migranti. Dalla nave Lifeline hanno riferito cosi' le fasi del salvataggio: "Nel bel mezzo della notte abbiamo ricevuto un messaggio radio: gommone in pericolo. Non lontano da noi. Abbiamo offerto il nostro supporto ad Alexander Maersk, una grande nave portacontainer non effettivamente preparata per effettuare un salvataggio. Accettano per fortuna la nostra offerta. Ora siamo sul posto e il nostro equipaggio RHIB sta assistendo le persone mentre salgono a bordo su una scala di maglia da 5 metri". I rhib sono gommoni a scafo semirigido che vengono utilizzati dalle navi di soccorso per raggiungere rapidamente i barconi dei migranti. Secondo Lifeline i migranti soccorsi dalla Maersk sono stati almeno per 30 ore a bordo del gommone con il quale sono partiti dalla Libia.
Migranti: Malta, "soccorso Lifeline non e' nostra competenza"
Il governo di Malta si sfila dalla crisi della nave Lifeline bloccata in mare con 239 migranti a bordo. "Malta non era ne' l'autorita' coordinatrice ne' quella competente" dei soccorsi, ha fatto sapere un portavoce dell'esecutivo de La Valletta al quotidiano 'Times of Malta', in risposta alla richiesta del ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, di intervenire. "Secondo il centro di coordinamento di Roma, la ricerca e il salvataggio hanno avuto luogo tra la Libia e Lampedusa", ha aggiunto il portavoce, e ha specificato: "L'operazione e' stata inizialmente gestita dal Centro di Roma, con l'autorita' libica che si assumeva la responsabilita' del soccorso". Dunque secondo Malta si tratta di una partita italiana e libica. Tuttavia, il portavoce sostiene in stile diplomatico che "Malta continuera' ad agire sempre secondo le leggi e le convenzioni applicabili".