Cronache

Livorno, i carabinieri sgominano una banda dedita al traffico di droga

redazione ​​​

Arrestato anche un imprenditore che importava sostanze stupefacenti dal sud America. Le intercettazioni: l'“uva bianca” era la cocaina, l'“uva nera” era l’eroina

Livorno, i carabinieri sgominano una banda dedita al traffico di droga

Nove persone condotte in carcere, una ai domiciliari e cinque provvedimenti di divieto di dimora nel comune di Livorno.  E' l'esito dell'operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Livorno a seguito dell'indagine denominata Mexal che ha ricostruito una rete di traffico, importazione e spaccio di sostanze stupefacenti di vario tipo. Cocaina, eroina, hashish, metadone, mescalina e kratom le sostanze importate. A tre indagati è stata contestata anche l’aggravante dell’ingente quantità avendo, nel corso delle indagini, riscontrato l’importazione e l’approvigionamento di decine di kilogrammi di droga.

L'operazione si è svolta su ordine dalla Procura della Repubblica labronica e ha visto coinvolti anche i reparti dei carabinieri territorialmente competenti,  4° NEC di Pisa,  Nucleo Cinofili di Firenze ed un’aliquota S.O.S. del 6° Battaglione CC “Toscana”, che hanno dato esecuzione nelle province di Livorno, Pisa e Siena all'ordinanza. I 15 soggetti sono 6 italiani e 9 extracomunitari.

L'indagine avviata con il sequestro di due chili di mescalina in Francia

L'indagine è partita dopo il sequestro operato in Francia il 25 maggio 2023 di un pacco proveniente dal Perù contenente due chili di “Mescalina” destinato ad una donna di Rosignano Marittimo (LI) e sviluppata dal dipendente Nucleo Investigativo dal mese di ottobre 2023 ad aprile 2024, è stata condotta avvalendosi di diversi contributi investigativi, frutto delle attività di tipo tecnico e dinamico, corroborate da numerosi riscontri con il sequestro di rilevanti quantità di stupefacenti.

L’intera operazione si è articolata attraverso servizi di ocp, captazioni telefoniche, telematiche e ambientali, nonché avvalendosi della collaborazione di forze di polizia estere (francesi, peruviane, spagnole, ceche e tunisine), interessate con il coordinamento della DCSA. In particolare l’attività ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dei destinatari della misura, tutti di età compresa tra i 26 e i 67 anni, i quali hanno dimostrato una particolare inclinazione a delinquere, persistendo nelle condotte delittuose, attuate con modalità organizzate e quindi assai allarmanti, disvelando l’esistenza di un diffuso e consistente traffico di sostanze stupefacenti di vario tipo (cocaina, hashish, mescalina, metadone e kratom).

Le intercettazioni: la cocaina era "uva bianca", l'eroina "uva nera"

Secondo la ricostruzione investigativa, gli indagati gestivano una fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish, eroina, e metadone, nel centro di Livorno, nelle aree boschive del piombinese, nelle province di Pisa e di La Spezia nonché in Castiglione della Pescaia (GR). È stato disarticolato un gruppo criminale livornese, composto da italiani e nordafricani, ben radicato nell’ambiente del narcotraffico, anche internazionale, in virtù di un consolidato rapporto con diversi fornitori individuati in Spagna e nel ravennate. Lo spaccio, in particolare, avveniva prevalentemente mediante cessione per appuntamento telefonico, tramite linguaggio criptico, nonché attraverso “pizzini” utilizzati per evitare che le conversazioni venissero captate, consentendo, nel periodo di osservazione, di raggiungere un volume d’affari di circa 150mila euro.

In particolare i termini utilizzati erano “aperitivo” o “frutta” per indicare genericamente lo stupefacente o più specificatamente “uva bianca” per la cocaina, “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone, a seconda del tipo di confezionamento. Non sono mancati anche feedback sulla droga da parte degli assuntori con le parole “frutta marcia” per indicare una fornitura di qualità scadente.

Altre indicazioni facevano riferimento all’immagine riportata sui panetti: quando gli indagati parlavano di “gioco” o di “Mario” facevano riferimento ad una partita di hashish su cui era raffigurata l’immagine di un noto videogioco.

L'imprenditore 38enne che si riforniva di mescalina e kratom in Perù

Parallelamente è stata ricostruita la specifica attività illecita di uno dei principali indagati, un noto imprenditore 38enne del settore alimentare di Castiglioncello il quale, in diverse occasioni, si riforniva di mescalina e kratom dal Sud America (Perù), rispettivamente mediante l’acquisto tramite criptovalute sul darkweb/Telegram e attraverso viaggi effettuati personalmente.


Nel corso delle indagini, dalle verifiche svolte dal Nucleo Investigativo con la collaborazione della DCSA, è stato appurato che l’indagato rosignanese, oltre alla spedizione sottoposta a sequestro in Francia contenente mescalina, ha ricevuto ulteriori due spedizioni internazionali provenienti dal medesimo mittente, in particolare il 25 marzo 2023 un plico da 3,5 kg e l’11 maggio 2023 uno da 2,2 kg.

Ad ulteriore riscontro delle reiterate condotte di importazione degli psicotropi quali mescalina e kratom, i carabinieri hanno accertato che il 38enne, il 12 dicembre 2023 ed il 31 gennaio 2024, ha cercato di importare, a seguito di viaggi in Sud America 80 gr di mescalina e 100 grammi di kratom in polvere nel proprio bagaglio; le sostanze era state occultare fra estratti di altre erbe e piante nel tentativo di eludere i controlli dei cani antidroga.