Cronache

Lo psicanalista Verdiglione ad Affari: "Contro di me una persecuzione"

Di Armando Verdiglione

Da sette anni un piano distruttivo, sotto il pretesto fiscale, è stato attuato contro di me, contro tutto ciò che in quarant’anni ho potuto, con migliaia di altre persone, fondare e costruire: imprese, case editrici, associazioni, centri scientifici, culturali, artistici, musei viventi. Ormai quasi tutto è stato distrutto o tolto. Anche la salute. Anche la vita di molti. Nessun diritto civile è stato rispettato. Nessuna verifica è stata condotta. Nessun contraddittorio.

È stato inseguito un fantasma, il fantasma del dominus, del guru, dello stregone. E la materia intellettuale è divenuta demoniaca e criminale. Una persecuzione vera e propria. Un processo totalmente demonologico.

Oggi, alla vigilia della sentenza, spero e confido che i giudici abbiano ascoltato il dibattimento, abbiano letto i documenti prodotti e abbiano inteso che l’arte, i libri, i congressi, i  monumenti restaurati, i servizi intellettuali alle imprese, gli avvenimenti in Italia e in ogni parte del mondo in quarantatré anni, quindi anche negli ultimi venti, siano effettivi e che non vada annientato un movimento scientifico, culturale e artistico internazionale, che ha prodotto opere d’ingegno oltre ogni avanguardia e che ha favorito l’incontro e dispositivi di valore nella città planetaria.

Intanto, qui propongo una notazione in materia.

Nel suo recente intervento, Bernard-Henri Lévy cita un brano del diario di Paul Claudel del 21 maggio 1935: “Il discorso di Hitler? Si sta creando al centro dell’Europa una sorta d’islamismo”. Lo stato nazista come stato islamico. Oggi, viene rovesciata l’affermazione: lo stato islamico come stato nazista.

Ma l’islamismo non è il nazismo. Un minimo comune fra nazismo e islamismo è dato, però, dal principio del purismo, il purismo ideologico della razza o il purismo ideologico religioso. Oggi, l’Europa si trova fra il secondo rinascimento e il principio del purismo. Il principio del purismo, prima ancora che apra le porte all’islamismo, è il principio del purismo fiscale, della severità fiscale, dell’ambientalismo fiscale, il principio di sostenibilità fiscale, il principio di accettabilità e di rispettabilità fiscale, il principio di credibilità fiscale, il principio dell’immaginabile fiscale, il principio del fondamentalismo fiscale.

Promotrice di questo principio è la Germania dopo l’unificazione tedesca e dopo Maastricht, giunta all’apogeo con Angela Merkel. Hitler, il nazismo per la Germania? Un brutto ricordo! Dunque, le frontiere aperte. Le frontiere aperte ai siriani. Le frontiere aperte all’islamismo. Nel centro dell’Europa. E una condanna moderata, calma, equilibrata, di quanto da diversi anni sta accadendo in ogni parte d’Europa rispetto all’aggressione dell’islamismo, non soltanto dello Stato islamico.

È un nemico, l’islamismo, dell’Europa? Sì, è un nemico, è il nemico. Si rappresenta, si presenta, si costituisce, si naturalizza, si nazionalizza, s’internazionalizza, si universalizza come nemico.

Il sondaggio rivolto agli islamici ha un esito che vale quanto una sineddoche. In Italia sono quasi due milioni. Dal sondaggio, duecentocinquantamila dichiarano di essere favorevoli all’intervento dello Stato islamico a Parigi e nel Mali. Ma è una sineddoche.

L’ignorantismo è la migliore garanzia del purismo, del fondamentalismo e dei professionisti e dei funzionari della morte. È la migliore garanzia di ogni religione della morte. È la migliore garanzia di quella che oggi non è una guerra convenzionale, non è una guerra mondiale come nel ventesimo secolo, ma è la guerra globale.

Alla base, dunque, Dio agisce. L’Europa purista, fondamentalista, naturalista, ambientalista, l’Europa sostenibile nel suo principio è l’Europa in cui Dio agisce. Espunto l’Altro, Dio, nel luogo dell’Altro, agisce. E allora Dio si fa anfibologico: vendicativo e misericordioso. Il fantasma. Dio come fantasma. Dio come fantasma di origine, come fantasma di morte. Dio come fantasma di ritorno all’origine e, quindi, del cerchio. Dio come fantasma della fine e della salvezza. Dio agisce. Dio come fantasma di morte. Ecco tutta una religione! La religione della morte. La morte come vendetta, che fonda tanto la morte come ricatto quanto la morte come riscatto, fonda sia la morte come colpa sia la morte come pena.

Il terrorismo è il volto soggettivo di questa guerra globale, non si scrive in tutto ciò che è stato chiamato finora, nella storia dell’umanità, terrorismo. È guerra globale.

Nei miei confronti, alla base della persecuzione presente, cosa sta? L’antefatto? Sono due articoli usciti, uno nel 2007, l’altro nel 2008? È la denuncia di un fornitore di sedie, un fornitore che ha l’amico generale della Guardia di Finanza? Oppure è il principio del purismo come principio sostanziale e mentale, da cui procede la mentalità che pervade la burocrazia, le istituzioni, i tribunali, le corporazioni, professionisti e funzionari, i “soggetti”?

L’illuminismo propugnava un principio pagano di laicità. E nell’accusa di oscurantismo cancellava anche l’apporto delle religioni – e oltre le religioni – alla cultura e all’arte, alla parola e alla scrittura, cancellava, in modo specifico, l’apporto dell’ebraismo e del cristianesimo, ma anche un certo apporto, per quanto è valso per l’Europa, da parte di esponenti dell’islam. Cancellava, dunque, l’atto di Cristo. Nonché il suo teorema: non c’è più sacrificio umano, non c’è più vittima. Cancellava il rinascimento. L’illuminismo è la suprema forma di gnosticismo. Dava un contributo nella distinzione fra lo stato e la chiesa e affermava, sì, i diritti dell’uomo, ma questi non sono i diritti dell’Altro.

Dio agisce. L’azione bellica è l’azione della guerra santa e salvifica. Ecco, la questione: il fantasma, Dio, la fede. Se Dio agisce, Dio è criminale. Se Dio non agisce, Dio non è criminale. Ma Dio non è criminale. Dio opera. La fede opera. L’idea opera. Opera in direzione non dell’idea di bene, ma in direzione della qualità della vita. Opera per la riuscita dell’esperienza.

Maastricht. Poi, l’euro. Poi, il principio della contabilità pura come principio di ragione sufficiente, come principio del purismo, come principio di sostenibilità economica, finanziaria. Poi, la crisi. Crisi enorme: 2007, 2008. Poi, quella che è stata chiamata austerity, cioè la severità che segue il fantasma di origine, il fantasma di padronanza. La severità fiscale adottata per tutti i paesi con un vantaggio per il paese che l’ha promossa, un vantaggio per un aspetto di quel paese, per una parte di quel paese.

Ma in questi sette anni, dal 2008 a oggi, l’Europa purista, fondamentalista, contro che cosa si è rivolta? Ha favorito forse la cultura, ha favorito forse l’arte, ha favorito forse la ricerca scientifica? Ha promosso le associazioni libere? Ha promosso l’impresa libera? Questa Europa purista, fondamentalista si è attenuta alle virtù del principio di parola che è la libertà, la libertà di ricerca, la libertà d’impresa, la libertà scientifica, la libertà della parola?

Questa Europa purista, fondamentalista è stata contro la parola, contro la cultura, contro l’arte, contro la ricerca scientifica, contro la libertà di associazione, contro le istituzioni intellettuali, contro i centri culturali, contro la formazione intellettuale, contro l’esperienza della parola. Contro l’esperienza.

L’Europa purista, fondamentalista nega l’esperienza, che è originaria. L’Europa purista, fondamentalista detta i compiti agli stati componenti della cosiddetta Unione Europea: compiti ragionieristici, compiti vincolanti e schiaccianti per i cittadini. L’Europa fondamentalista, purista, sostenibile, naturalista, ambientalista nega la parola, nega la dissidenza, nega il numero e la qualità della vita. Predilige, propugna, promuove la robotizzazione. È la mentalità con cui ognuno possa rappresentare l’afasia e l’agrafia. Il trionfo della tecnologia sotto l’impero del purismo nega per i cittadini la parola e la scrittura. Ognuno dev’essere afasico e agrafico. Così i professionisti, così i funzionari, così i marescialli, così i pubblici ministeri: afasici e agrafici. A loro basta porre in azione il fantasma. A loro basta che Dio agisca. Questa è la loro passione demonologica. La loro verifica, sostanziale e mentale, è verifica del fantasma. Non è verifica. E qui, dal 18 novembre 2008 a oggi, non hanno compiuto nessuna verifica. Il loro processo è un processo sostanziale e mentale, non è processo della parola. Non è processo per la valorizzazione delle cose, delle istituzioni. Non esalta né la cultura né l’arte né la scienza né la ricerca. Esalta l’euforia pantoclastica. La macchina purificatrice, dal 18 novembre 2008 a oggi,  ha distrutto tutto: società, strutture, movimenti, associazioni, case editrici. Sette anni di stato d’assedio, di massacro, che hanno dato luogo a sciacallaggi, a cannibalismi. Hanno tolto cose, beni e ormai quasi la vita.

La questione, da quarantatré anni, dal 5 febbraio 1973, è questa: la questione intellettuale, la questione della parola, la questione dell’arte e della cultura, la questione della procedura per integrazione. Le cose procedono per integrazione dall’apertura intellettuale. Il viaggio procede per integrazione. Non già l’integrazione stabilita dal principio purista, che è multiculturale, per il quale non importa la cultura: le culture sono tante, sono un mucchio, sono un ammasso, sono un pluralismo di culture che fanno bene, purché sistemate dentro il purismo. Le culture, non già la cultura.

Dio che agisce: Dio che punisce, Dio che si vendica, Dio che ricatta. Dio che punisce – e che quindi riscatta – libera, salva. Dio, sempre, attraverso la morte. Anche attraverso la morte bianca, il cannibalismo bianco. Dio come fantasma di morte, fantasma di padronanza. Io muoio, faccio morire, quindi sono. Io uccido, quindi sono. Io distruggo, quindi sono. È il cogito purista, fondamentalista, tanatologico.

Questo l’affaire? L’affaire è ciò che si sta facendo. Machiavelli ha introdotto l’affaire Italia. Leonardo da Vinci ha introdotto l’affaire Europa. L’affaire del secondo rinascimento. Non è l’affaire di natura giudiziaria. È l’affaire della parola, contro cui si rivolge la pulizia etnica antintellettuale. Vengono colpiti i “simboli” della civiltà europea: i monumenti, le pinacoteche, i teatri e i cosiddetti nuovi simboli, gli stadi, la Villa San Carlo Borromeo. Ovunque, è la vita altra che viene colpita, dove ci sia indizio, anche remoto, dell’Altro nella sua irriducibilità, irrappresentabilità.

 “Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui!” (Pirandello, Così è (se vi pare), 1917). Il fantasma dell’Altro si doppia sul fantasma di sé. Il personaggio che si costruisce “europeo” non riguarda l’Europa secondorinascimentale, è il personaggio a immagine e somiglianza di chi porta questo fantasma, il fantasma di sé. “Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa”. Che sia una cosa diversa? No! È il loro fantasma! È il loro fantasma che gli islamisti inseguono, è il loro fantasma che professionisti e funzionari della morte inseguono, marescialli e pubblici ministeri, e avvocati sciacalli e cannibali che fanno istanze di fallimento, per i quali tutto è giustificato perché mercenari, mercenari dell’esercito della salvezza.

“Ah, fratelli, questo Dio che creai era opera e follia umana, come tutti gli dei! Uomo era”, questo è Così parlò Zarathustra, “Uomo era, e solo un povero frammento di uomo e di io: dalla mia cenere e dalla mia vampa venne a me questo fantasma. E, in verità, non mi venne dall’aldilà! Ma che avvenne, fratelli? Superai me stesso, me stesso sofferente, portai la mia cenere al monte, trovai per me una fiamma più limpida. Ed ecco! Il fantasma si allontanò da me!”. “Un nuovo orgoglio m’insegnò il mio io e io lo insegno agli uomini: non nascondere più la testa nella sabbia delle cose celesti, ma portarla libera e scoperta, una testa terrena che crea un senso alla terra”. Un senso alla terra! “Malati e moribondi erano quelli che disprezzavano corpo e terra e inventarono il cielo e le redentrici gocce di sangue” (F. Nietzsche, Così parlo Zarathustra, Parte prima, I discorsi di Zarathustra, Dei transmondani, 1885). Friedrich Nietzsche esplora la criminalità di Dio riscontrandone l’assurdità, quindi l’impossibilità.

“Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi fino al rintoccare dell’ora in cui la sua umanità si desta” (William Blake).

Invece Tito Livio scrive: “Reliquos, qui in Africa militarent, umbras volitare, Scipionem vigere” (Tito Livio, Ab urbe condita libri, Libro XLIX). Anche i fondamentalisti, in altro modo, in altro contesto, sono ombre svolazzanti, i puristi sono ombre svolazzanti. Ombre del proprio fantasma.

L’idea di sé è terribile. Il fantasma di sé è terribile. Richiede l’espunzione dell’Altro.

La produzione della vittima e del vittimismo è una finalità del principio fondamentalista, purista, ecologista, ambientalista, del principio di sostenibilità fiscale. Io non accetto il ruolo di vittima, nonostante professionisti e funzionari, sciacalli e cannibali abbiano tolto quasi tutto. Ma non la parola, non la scrittura, non il respiro, non l’aria, non la libertà, non le virtù della parola: la leggerezza, l’arbitrarietà, l’integrità, la tentazione intellettuale, il disagio.

Nessuno può togliere la parola, né confiscarla. E la parola, nella sua esperienza, nel suo numero e nella sua cifra, è incompatibile con l’idea di vittima.

Io sono qui per un’altra Europa, per un’altra Italia, per un’altra Milano, per un’altra città, per un’altra impresa. Sono qui a combattere. Non accetto, quindi, il ruolo di vittima.