Cronache
Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, nasce il premio in loro memoria
A Roma la presentazione del premio in memoria dell'ambasciatore e dell'agente uccisi due anni fa in un attentato nella Repubblica del Congo
“Attanasio-Iacovacci, riferimenti per i giovani impegnati nella Cooperazione Internazionale”, il premio pensato per i giovani attivi in attività di volontariato
Un premio per onorare la memoria dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e l’agente Vittorio Iacovacci, uccisi due anni fa in un attentato nella Repubblica del Congo, e valorizzare il merito di tutti quei giovani che ogni giorno scendono in campo per dedicarsi ad attività di cooperazione internazionale e di volontariato nelle realtà più disagiate del mondo: sono questi i principali obiettivi che hanno animato "Attanasio-Iacovacci, riferimenti per i giovani impegnati nella Cooperazione Internazionale”, il premio ideato dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Agenzia Italiana per la Gioventù e presentato ieri al Circolo degli Esteri di Roma.
“Siamo particolarmente orgogliosi di presentare questo premio, simbolo della nostra riconoscenza nei confronti di due uomini che hanno dato la vita per il nostro Paese”, ha commentato a caldo dal palco Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. “Allo stesso tempo riteniamo di estrema importanza premiare e valorizzare l’impegno, il contributo e l’esperienza dei giovani italiani che hanno deciso di dedicare il loro tempo a importanti progetti di cooperazione internazionale e di solidarietà tra i paesi diversi. Perché la cooperazione è un’opportunità importante per promuovere i valori di pace, democrazia ed eguaglianza”.
“È un grande onore per me poter celebrare la memoria dell’Ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, Medaglia d'oro al valor militare, qui insieme alle loro famiglie. Voglio ricordare che entrambi hanno perso la vita in un brutale agguato, al seguito di un convoglio umanitario dell'Operazione MONUSCO, mentre si adoperavano dunque per aiutare la popolazione in difficoltà. Il Premio vuole essere uno strumento attraverso il quale riconoscere l’impegno dei giovani italiani in aree del mondo afflitte da povertà, guerra, instabilità socio-economica e politica. Promuovere percorsi di cooperazione internazionale e azioni di peace-building e peace-keeping, infatti, penso sia il modo migliore per tramandarne il ricordo”, ha dichiarato Federica Celestini Campanari.