Cronache
Mafia, blitz contro la cosca Farinella: estorsioni, furti e atti persecutori
Decisive per il blitz le testimonianze delle vittime che si sono ribellate al sistema criminale
MAFIA: IMPONEVANO IL PIZZO AI COMMERCIANTI, MAXIRETATA NEL PALERMITANO CON 11 ARRESTI
Dalle prime ore della mattina, in Sicilia, Lombardia e Veneto i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo stanno eseguendo un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, corruzione, atti persecutori, furto aggravato e danneggiamento. Le indagini, seguite da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, documentano gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso di San Mauro Castelverde, che, all'indomani dell'operazione ''Black Cat'' -dell'aprile 2015- ha serrato le fila ed ha continuato ad operare sul territorio, imponendo il proprio potere con inalterata capacità intimidatoria. "In questo quadro si inseriscono le numerosissime estorsioni ai danni dei commercianti locali documentate dai militari dell'Arma, così come l'organizzazione di una efficientissima rete di comunicazione necessaria agli storici capi mafia detenuti per mantenere il comando degli associati liberi e continuare a strangolare imprese e società civile", dicono gli investigatori.
"Le attività hanno consentito di evidenziare il ruolo ricoperto da Giuseppe Farinella, figlio di Domenico Farinella, l'autorevole boss di cosa nostra all'epoca detenuto a Voghera in regime di alta sicurezza -dicono gli inquirenti - Questo sistema di controllo della consorteria mafiosa, basato sui rapporti di consanguineità, ha così permesso al capo mafia detenuto di mantenere il controllo del mandamento"."I tentacoli del mandamento si erano allungati anche sull'organizzazione dell'Oktoberfest del 2018 a Finale di Pollina, quando, per impedire la partecipazione alla sagra di un commerciante che non si era piegato alle imposizioni del clan, gli indagati non avevano esitato a devastargli lo stand", ricordano i Carabinieri.
'Domenico Farinella ha deciso di concentrare nelle sue mani il vertice del sodalizio' Con la libertà, nell'aprile 2019, Domenico Farinella ha deciso di concentrare nelle sue mani il vertice del sodalizio e "ha ordinato agli associati liberi di intensificare la presenza sul territorio, avviando una nuova spirale di estorsioni ai danni dei commercianti", dicono gli investigatori. "Preziosissime, in questo senso, sono state le testimonianze delle vittime che, ribellandosi al sistema criminale, hanno trovato il coraggio di denunciare di iniziativa e di collaborare con i Carabinieri".
Le investigazioni hanno consentito di evidenziare anche la "capillare e asfissiante influenza dell'organizzazione mafiosa sul tessuto economico non soltanto attraverso l'imposizione del pizzo, ma anche attraverso la sensaleria negli affari dei privati e per mezzo della gestione diretta di attività di impresa che, fittiziamente intestate asoggetti incensurati, erano nei fatti amministrate dagli indagati". Alfine di eludere eventuali misure cautelari, infatti, Giuseppe Farinella e Giuseppe Scialabba "avevano fatto risultare terze persone quali titolari rispettivamente di un centro scommesse di Palermo e una sanitaria di Finale di Pollina, sottoposti a sequestro, del valore di 1.000.000 di euro".
MAFIA: ARRESTI PALERMO, PM 'GIOVANE RAMPOLLO COORDINAVA I BOSS SUL TERRITORIO'
"Nonostante la giovane età, Giuseppe Farinella, il rampollo, ha avuto il compito di coordinare gli altri membri del sodalizio che operavano sul territorio, cooperando con uno storico mafioso di Tusa (Messina), Gioacchino Spinnato, che, ben radicato nell'organizzazione di Cosa nostra, ha gestito i contatti congli uomini d'onore degli altri mandamenti, fra i quali Filippo Salvatore Bisconti, già capo del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, ora collaboratore di Giustizia". E' quanto spiegano gli inquirenti che all'alba di oggi hanno eseguito undici arresti nell'operazione antimafia che ha colpito il mandamento mafioso di San Mauro Castelverde, nel palermitano. "Le attività hanno consentito di evidenziare il ruolo ricoperto da Giuseppe Farinella - dicono gli inquirenti -figlio di Domenico Farinella, l'autorevole boss di cosa nostra all'epoca detenuto a Voghera in regime di alta sicurezza". Questo sistema di controllo della consorteria mafiosa, basato sui rapporti di consanguineità, "ha così permesso al capo mafia detenuto di mantenere il controllo del mandamento".
MAFIA: ARRESTI PALERMO, PM 'ESTORSIONI FONTE PRIMARIA SOSTENTAMENTO BOSS'
"Dalle investigazioni è emerso in maniera chiara che l'attività estorsiva, strumento attraverso il quale l'organizzazione esercita il controllo sul territorio, continua ad essere una forma di sostentamento primario per il sodalizio mafioso". Ne sono convinti gli investigatori che all'alba di oggi hanno arrestato undici persone ritenute vicine al sodalizio mafioso di San Mauro Castelverde (Palermo).
"Grazie all'attività di indagine e alla fondamentale collaborazione degli imprenditori vessati, sono state infatti ricostruite 11 vicende estorsive (5 consumate e 6 tentate) - dicono i carabinieri di Palermo che hanno condotto le indagini - Alle vittime era imposto di pagare ilpizzo o di acquistare forniture di carne da una macelleria di Finale di Pollina gestita da Giuseppe Scialabba, braccio destro di Giuseppe Farinella".
MAFIA: ARRESTI PALERMO, TORNA IN CARCERE ANCHE LO STORICO BOSS MICO FARINELLA
Torna in carcere anche Domenico 'Mico' Farinella, lo storico boss delle Madonie, nell'operazione antimafia che all'alba di oggi ha portato al fermo di undici persone su tutto il territorio nazionale. Farinella senior era tornato in libertà nell'aprile del 2019, dopo 25 anni di carcere. Secondo gli inquirenti dopo essere tornato sul territorio avrebbe ripreso le redini del clan mafioso di San Mauro Castelverde (Palermo). I carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale e della Compagnia di Cefalù lo hanno arrestato a Voghera, dove si trovava al soggiorno obbligato dopo la scarcerazione. Secondo gli inquirenti Mico Farinella avrebbe ripreso il controllo attraverso il figlio Giuseppe di 27 anni, che viveva in Sicilia.