Cronache

Mafia, Dia: più donne boss e legami con clan stranieri. Il report

Mafia, Dia: "Roma polo di attrazione". Nel "vuoto di potere" aumentano donne boss e alleanze con mafie etniche. Il report

Dia: Roma "polo di attrazione" di tutte le mafie

La capitale è anche utilizzata come rifugio per i latitanti.

 

I Casamonica e il caso Ostia - Un capitolo a se' e' quello della famiglia Casamonica, di origine sinti, la cui scalata comincia negli anni '70 con l'avvicinamento alla Banda della Magliana e al suo "cassiere". "Nel corso degli anni - spiega la Dia - il sodalizio si e' evoluto in un'organizzazione criminale strutturata: i legami di consanguineita' e la convergenza degli interessi economico affaristici lo hanno reso estremamente coeso, monolitico e difficilmente penetrabile. Le zone di interesse e influenza comprendono i quartieri di Anagnina, Tuscolana, Romanina, Tor Bella Monaca, la zona dei Castelli, Ciampino, Frascati, fino ad arrivare all'alta Ciociaria e al litorale laziale, nella fascia da Ostia a Nettuno, fino alla citta' di Latina. Traffico di stupefacenti, usura, estorsione, ricettazione di autoveicoli e truffe i business che hanno consentito al clan di accumulare un ingente patrimonio, poi reinvestito in immobili, edilizia anche abusiva, varie attivita' commerciali, compresa la ristorazione.

Anche Ostia Lido, sede di importanti infrastrutture turistiche e recettive "costituisce, da tempo, oggetto di interesse non solo di forme organizzate di criminalità autoctona, ma provenienti da fuori regione". Le numerose inchieste degli ultimi anni hanno dimostrato che sul litorale hanno operato, "in posizione di sostanziale egemonia", tre gruppi delinquenziali facenti capo alle famiglie Senese, Fasciani-Spada e Triassi-Cuntrer: "nel tempo gli elementi più rappresentativi di questi clan ed i loro affiliati sono stati in grado di muoversi efficacemente in Italia e all'estero, investendo gli introiti derivanti dalle attività estorsive, usurarie e dal narcotraffico".

L’ascesa delle mafie etniche - Preoccupa anche la presenza sempre più massiccia di diverse "mafie etniche", che conservano una struttura organizzativa definita e una dimensione transnazionale. I gruppi cinesi si distinguono "per la spiccata capacità imprenditoriale che si realizza anche attraverso la costituzione di società fittizie utilizzate sia per frodare il fisco che per trasferire capitali in Cina". I gruppi criminali dei Paesi dell'ex Unione sovietica e romeni sono attivi nello sfruttamento della prostituzione di giovani donne dell'est Europa e della manodopera maschile destinata al lavoro nero nell'edilizia, mentre quelli albanesi sono orientati principalmente verso la commissione di furti e rapine. Anche i sodalizi nigeriani sono attivi nello sfruttamento di giovani connazionali, mentre i gruppi criminali sud americani si distinguono per lo sfruttamento di trans brasiliani e colombiani. IL favoreggiamento dell'immigrazione clandestina resta il core business dei sodalizi nord africani.

 

 

 

Dia: Cosa nostra, da vuoto di potere rischio atti violenza

Cosa nostra resta "una struttura vitale, dinamica e plasmabile a seconda delle condizioni esterne" ma "il vuoto di potere" reso ancora più evidente dalla lunga inattività della Cupola e dalla morte di Riina "pone un'esigenza di rinnovamento","di riorganizzazione complessiva" e "di riassetto degli equilibri interni", che potrebbe anche "sfociare in atti di violenza particolarmente cruenti". E' il preoccupante scenario disegnato dalla Direzione investigativa antimafia nella sua ultima Relazione semestrale.

L'intera organizzazione mafiosa, avvertono gli analisti della Dia, "per ovviare alla perdurante fase di stallo, ha dovuto finora fare ricorso ad assetti decisionali ed operativi provvisori, affidando la guida di famiglie e mandamenti a reggenti, che non sempre si sono dimostrati adeguati, assumendo talora decisioni non condivise, se non addirittura controproducenti". Non solo: "il fermento di alcune famiglie, dovuto all'esigenza di rinnovare una classe dirigente decimata dagli arresti verrebbe amplificato da un malcontento diffuso degli affiliati e dei familiari dei detenuti, colpiti da un'evidente crisi di welfare, determinata dalla significativa carenza di liquidità. L'intera struttura deve rapportarsi con le sempre più frequenti scarcerazioni per 'fine pena' di quegli uomini d'onore che nutrono aspettative e pretese di recupero, sostanziale e formale, del potere. Ed oltre a ciò, già da diversi anni Cosa nostra deve confrontarsi anche con il ritorno dei cosiddetti 'scappati' (come ad esempio le famiglie Bontade ed Inzerillo), i perdenti sopravvissuti alla cosiddetta 'seconda guerra di mafia' vinta dai corleonesi".

Senza dubbio, nel corso degli ultimi anni, Cosa nostra ha subito "qualche indebolimento come organizzazione compatta e unitaria", anche" per la sotterranea contrapposizione di due correnti: l'una, intransigente ed oltranzista, legata alla 'linea Riina' e l'altra, più moderata e meno disposta all'uso non misurato della forza, quella che storicamente ha fatto sempre riferimento al rapporto, quasi aritmetico, tra costi e benefici". Un contesto nel quale anche l'inquadramento della figura del superlatitante Matteo Messina Denaro finisce nel novero delle "questioni irrisolte, con uomini d'onore dei mandamenti strategici palermitani, quali quelli di Brancaccio e di Bagheria, non favorevoli ad essere rappresentati da un capo non palermitano. Non può escludersi che capi emergenti, anche eredi di storiche famiglie, approfittino della situazione e cerchino spazi per scalare posizioni di potere".

 

Dia: 'ndrangheta, infiltrazioni sempre più consistenti al nord

"Le infiltrazioni della 'ndrangheta nell'economia legale sono consistenti anche nel nord Italia. Ciò si desume anche dalle tante interdittive antimafia rilasciate nel nord del Paese per società che operano nel settore edilizio, del trasporto e smaltimento rifiuti, dell'autotrasporto e della ristorazione". E' quanto emerge dall'ultima Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, che sottolinea come "la ricerca da parte delle cosche di imprenditori prestanome, necessari per l'aggiudicazione degli appalti pubblici, prescinda dalla loro area di origine e dal contesto geo-criminale in cui insistono le sedi legali delle società'".

   In sostanza, il modello organizzativo "verticistico-unitario, fortemente proiettato verso la gestione di tutte le attività economico-finanziarie più appetibili", continua ad essere replicato, "oltre che in Calabria, in altre aree nel Paese (come dimostrano le numerose regioni contaminate dalle cosche, in particolare Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise) ed all'estero, in Europa (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Slovacchia, Albania, Romania e Malta), nel continente americano (con particolare riferimento al Canada, Usa e Messico) ed in Australia. Contesti, quest'ultimi, dove si sono, nel tempo, stabilmente insediati numerosi affiliati, incardinati in 'locali' che, seppur dotati di una certa autonomia, continuano a dar conto al comando strategico della provincia di Reggio Calabria". L'opera di condizionamento degli appalti, coltivata attraverso "pericolose relazioni politico-mafiose", "produce inevitabilmente riflessi anche sul buon andamento degli enti locali, come confermato dallo scioglimento, nel semestre, di ben sette Consigli comunali calabresi (Cirò Marina, Scilla, Strongoli, Limbadi, Platì, San Gregorio d'Ippona e Briatico)". Ma è soprattutto nel traffico di stupefacenti che la 'ndrangheta "mantiene intatta la propria supremazia, non solo a livello nazionale, interloquendo direttamente con i più agguerriti 'cartelli' della droga del mondo".

Dalle evidenze investigative arriva anche conferma della persistenza dei "riti di affiliazione, che non costituiscono mai né un retaggio del passato ne' una nota di colore, in quanto tuttora necessari per definire appartenenza e gerarchie interne, per rafforzare il senso di identità e per dare riconoscibilità'' all'esterno, anche in contesti extraregionali e persino internazionali".

 

Dia: Camorra, donne guadagnano posizioni in gerarchia clan

"La presenza di parenti all'interno della catena di comando conferma la centralità della famiglia, quale strumento di coesione. Non di rado le alleanze sono rafforzate da matrimoni tra giovani di gruppi diversi, con le donne che assumono, sempre più spesso, ruoli di rilievo nella gerarchia dei clan, soprattutto in assenza dei mariti o dei figli detenuti". Nel capitolo dedicato alla camorra, l'ultima Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia ne ribadisce "il peculiare assetto organizzativo privo di un organismo sovraordinato all'intero sistema criminale, composto, invece, da una galassia di clan dal potere consolidato e da un sottobosco di gruppi, spesso tra loro in conflitto".

A Napoli, ad esempio, "si è assistito alla scomparsa dei capi carismatici, alcuni detenuti e altri costretti da tempo alla latitanza, il cui ruolo è stato assunto da familiari o elementi di secondo piano, che non sempre hanno mostrato pari capacità nella guida dei sodalizi" mentre "in altre zone, pregiudicati poco più che adolescenti si sono posti a capo di gruppi emergenti, tentando di assumere il predominio in particolare delle piazze di spaccio, delle attività estorsive ai danni degli esercizi commerciali e dei fiorenti mercati della contraffazione, con azioni connotate da notevole aggressività, con omicidi, attentati e sparatorie, le cosiddette 'stese'". Risultato: "l'assenza di una solidità gestionale è degenerata in lotte intestine, che hanno inciso sulla stabilità di un gran numero di organizzazioni camorristiche" e che "rimandano ad un contesto magmatico ed in continuo mutamento".

 

Dia: Camorra, donne guadagnano posizioni in gerarchia clan

Un fitto tessuto criminale è presente in particolare nei territori delle province napoletane e casertane in cui "le locali organizzazioni, benché fortemente colpite da provvedimenti cautelari personali e patrimoniali e da pesanti sentenze di condanna, mantengono salda la capacità di consenso e legittimazione su gran parte della collettività, grazie ad un'immutata forza di intimidazione ed assoggettamento". Sul piano generale, il sistema criminale campano "opera in tutti i settori d'interesse delle associazioni mafiose", con alleanze funzionali alle attività connesse al traffico di droga, alle estorsioni e alla contraffazione. Tra i business piu' redditizi si confermano la contraffazione ("tornata in cresciuta nell'ultimo periodo") e la gestione delle slot machine e delle scommesse sportive online ma è soprattutto quello della sanità il settore "dove si ravvisa, sempre piu' di frequente, l'infiltrazione della criminalita' organizzata. Le evidenze investigative piu' ricorrenti, che danno riscontro anche a dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, riguardano le tangenti richieste alle ditte che erogano i servizi ospedalieri, soprattutto napoletani. E' evidente che solo grazie alla rete di relazioni consolidate con esponenti della politica, delle istituzioni e delle professioni, i clan riescono ad aggiudicarsi importanti lavori pubblici, imponendone l'affidamento a ditte collegate o facendosi assegnare servizi di manovalanza nei sub-appalti".

 

Dia: mafie italiane e straniere, crescono le 'alleanze'

Lo scenario criminale nazionale evidenzia "una forte e continua interazione tra i sodalizi nazionali e quelli di matrice straniera: nel sud del Paese, i gruppi stranieri tengono ad agire con l'assenso delle organizzazioni mafiose, mentre nelle restanti regioni tendono ad agire autonomamente". E' quanto segnalano gli analisti della Direzione investigativa antimafia nell'ultima Relazione semestrale, spiegando come i settori piu' redditizi siano il traffico di stupefacenti, quello delle armi, i reati concernenti l'immigrazione clandestina e la tratta di persone da avviare alla prostituzione e al lavoro nero - attraverso il fenomeno del "caporalato" - la contraffazione, i reati contro il patrimonio, i furti di rame.

Criminalità albanese - La criminalita' albanese "resta l'organizzazione straniera piu' presente e ramificata in ambito nazionale. Il continuo 'reclutamento' di giovani leve e' sintomatico della capacita' di rinnovamento delle proprie file, mentre le condotte, sempre piu' violente, risultano idonee non solo per fini criminali ma anche per risolvere dissidi e controversie tra gruppi rivali". Tra i settori di interesse - perseguiti anche con la complicita' di soggetti italiani - il narcotraffico, lo sfruttamento della prostituzione ed i reati contro il patrimonio.

Mafia cinese - La mafia cinese "continua a concentrare i propri interessi criminali prevalentemente nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, finalizzata al lavoro nero, alla prostituzione ed alla tratta degli esseri umani, nei reati contro la persona, rapine ed estorsioni in danno di connazionali, contraffazione di marchi e contrabbando di sigarette". In linea generale, essa "e' riuscita, nel tempo, a mantenere una fitta rete di rapporti ramificati su buona parte del territorio nazionale, alimentata non solo attraverso legami familiari solidaristici, ma anche dal reclutamento di giovani leve. Un sistema chiuso caratterizzato da un alto livello di omerta' e di assistenza che ruota attorno ad una fitta rete assistenzialistica di benefici e di servizi denominata 'guanxi'".

 

Dia: mafie italiane e straniere, crescono le 'alleanze'

La criminalità nigeriana, al pari di quella albanese, "si conferma fra le piu' attive nel traffico di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione, reato che spesso vede alla sua base delitti altrettanto gravi come il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitu'". Spesso irregolari, i cittadini nigeriani sono oggi stanziati su tutto il territorio nazionale dal nord fino al sud, con una presenza importante anche nelle isole maggiori: emergono, per il numero dei componenti, le cellule italiane delle strutture denominate The Black Axe Confraternity e The Supreme Eiye Confraternity (SEC), ramificate a livello internazionale e caratterizzate da una forte componente esoterica e dal ricorso a riti di iniziazione chiamati ju-ju, molto simili al voodoo e alla macumba, nella fase del reclutamento delle vittime.

I reati di maggior interesse per la criminalita' romena restano il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di persone, l'intermediazione illecita dello sfruttamento della manodopera mentre le indagini degli ultimi anni hanno evidenziato l'interesse dei gruppi criminali originari dei Paesi dell'ex Unione Sovietica soprattutto per la commissione di reati contro il patrimonio, per il traffico di droga e di armi, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione. La criminalita' sudamericana si conferma attiva nei traffici internazionali di stupefacenti, nello sfruttamento della prostituzione e nei reati contro il patrimonio e la persona: tra i vari gruppi, rimane alta la pericolosita' delle "gang" dei latinos, le cosiddette pandillas, diffuse soprattutto nelle aree metropolitane di Genova e Milano. Anche i gruppi criminali del nord Africa stanziati nel nostro Paese interagiscono spesso con cittadini italiani o di altre nazionalita', in particolare per il traffico e lo spaccio di droga. (AGI)