Cronache

Matilde Lorenzi, l'ex capo dello staff sanitario di Milan e Roma: "Così un trauma ha portato alla morte la giovane sciatrice"

di Franco Pasqualetti

Il medico sportivo Brozzi ad Affaritaliani: "Morire per un trauma? Serve più prevenzione"

Matilde Lorenzi, il dottor Mario Brozzi analizza con Affaritaliani l'incidente che ha portato alla morte della sciatrice: "Mai sottovalutare i traumi e massima attenzione per evitare drammi"

Il dottor Mario Brozzi è uno che di sport se ne intende. Per una vita ha seguito a bordo campo calciatori e atleti arrivando a guidare lo staff sanitario in Serie A con Roma e Milan. Con Affaritaliani ha deciso di analizzare il trauma che ha portato alla morte di Matilde Lorenzi, la sciatrice di 19 anni che ha perso la vita durante un allenamento.

Dottore che idea si è fatto della morte di Matilde Lorenzi?

"Un dramma che mi ha profondamente toccato. Ci sono degli eventi che vanno oltre la scienza e la medicina e sono quelli che entrano nella sfera del fattore imponderabile. Lo sci è uno sport pericoloso dove si raggiungono velocità altissime e una caduta può esser rovinosa, immagino che Matilde sia caduta decine di volte e si sia sempre rialzata. Poi però accade quello che non ti aspetti e un trauma diventa letale".

Servirebbero più protezioni?

"Sicuramente la sicurezza non è mai troppa ma qui parliamo di professionisti che hanno il massimo delle tecnologie. Purtroppo Matilde ha riportato un trauma davvero importante che l'ha portata alla morte".

La medicina dello sport in Italia funziona?

"Siamo all'avanguardia in questo campo e continuiamo a crescere costantemente".

Quando era il medico sociale di Roma e Milan ha mai avuto paura per un trauma a un calciatore?

"Assolutamente sì. Ricordo e mi vengono ancora i brividi di quando Batistuta prese un calcio al volto da Cannavaro durante un'azione di gioco. Perse i sensi e abbiamo dovuto effettuare particolari manovre per evitare il peggio. Poi dopo un simile trauma l'importanza è l'osservazione nei 7 giorni che seguono, il rischio è sempre latente".

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