Cronache
Messico devastato dal terremoto. Almeno 248 morti e scuola sepolta. FOTO-VIDEO
Città del Messico, forte scossa di terremoto: è una strage
Sono almeno 217 i morti per il terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter che ha colpito il Messico, devastando la capitale e le regioni circostanti. Si teme che il bilancio finale possa arrivare fino a mille vittime, come ha stimato l'agenzia americana Usgs. Mentre si scava tra le macerie alla ricerca dei superstiti, quasi quattro milioni e mezzo di persone sono senza elettricita'. La situazione piu' drammatica in una scuola elementare crollata a Coapa, a sud-est di Citta' del Messico: 26 bambini sono morti e 30 sono dispersi, ha riferito il presidente messicano Enrique Pena Nieto, per il quale ora la priorita' e' salvare il maggior numero di vite possibile. Nel crollo sono morti anche quattro insegnanti e altre 8 persone sono disperse. Il dato aggiornato e' di 217 morti, di cui 86 nella citta'-stato di Citta' del Messico, 71 in Morelos, 43 in Puebla, 12 nello Stato del Messico, 4 in Guerrero e uno a Oaxaca. Lo riferisce il coordinatore nazionale della Protezione Civile Luis Felipe Puente su Twitter. In precedenza il ministero dell'Interno aveva parlato di 248 morti, ma la cifra e' stata rivista al ribasso dalla Protezione civile. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di ieri, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10.000 vittime. L'epicentro e' stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Citta' del Messico.
Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. "E' emergenza nazionale", ha dichiarato Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Citta' del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L'aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, e' stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. Il presidente Pena Nieto ha invitato la popolazione alla calma e, per chi ha un'abitazione sicura, a restare in casa per non intasare le strade percorse dai mezzi di soccorso. "Dio benedica la gente di Citta' del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi", ha twittato il presidente americano Donald Trump mentre l'ex presidente Barack Obama, sempre con un cinguettio, ha offerto le sue condoglianze in spagnolo inviando "un forte abbraccio a tutti". Papa Francesco ha lanciato un invito ad aiutare il Paese: "In questo momento di dolore chiedo di manifestare solidarieta' a tutta la popolazione messicana", ha dichiarato durante l'udienza generale, invitando a pregare "per le vittime, i feriti e i familiari, e per quanti stanno portando soccorsi". Un pensiero "al Paese amico colpito dal terremoto" e' stato rivolto anche dal premier, Paolo Gentiloni: "Italia vicina alle vittime e pronta a aiutare nei soccorsi". Messaggi di solidarieta' sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un'eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, causando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. Si tratta del vulcano piu' attivo del Messico: l'ultima eruzione risaliva al luglio.