Cronache
Migranti: procura Agrigento convalida sequestro 'Mare Jonio'
Gli inquirenti contestano al comandante e all'armatore della nave il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Alessandra Russo hanno convalidato il sequestro probatorio della nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea, sbarcata venerdì a Lampedusa dopo avere salvato 30 migranti in acque libiche. L'ufficio diretto da Luigi Patronaggio ha ratificato il provvedimento adottato su iniziativa della Guardia di finanza, ritenendolo necessario - sottolineano fonti della procura - per eseguire alcuni accertamenti sull'imbarcazione. Gli inquirenti contestano al comandante e all'armatore della Mare Jonio il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e due violazioni del codice della navigazione. Si tratterebbe, comunque, allo stato, di un atto dovuto necessario per proseguire le indagini e accertare i fatti.
Migranti: Mediterranea, "Solo sequestro probatorio, non preventivo"
La procura di Agrigento convalida il sequestro probatorio, "lo stesso provvedimento adottato nel caso del salvataggio di marzo". Ma "respinge l'ipotesi di sequestro preventivo, un aspetto importante perché Guardia di finanza, su input del Viminale, intendeva usare il 'preventivo' per bloccare la Mare Jonio e impedirgli definitivamente di reiterare il reato". Lo afferma Mediterranea saving humans commentando la decisione della procura di convalidare il sequestro probatorio. La scelta, secondo la Ong "è orientata dalla necessità di accertare i fatti e dunque di verificare attraverso un'indagine se vi sia o meno un reato". Da leggersi in questo senso anche "la scelta di iscrivere nel registro degli indagati solo il comandante e il capo missione, e non l'intero equipaggio come pretendeva il Viminale. Come sempre noi siamo pronti a fornire ogni elemento utile per accertare la verità, certi di avere sempre rispettato il diritto e i diritti, oltre che la dignità della vita umana, al contrario di chi, da posizioni istituzionali, si rende complice della morte in mare o della cattura e della deportazione di donne uomini e bambini verso i lager di un paese in guerra come la Libia".