Cronache
Minori e affido, "Anche i medici legali abbiano un ruolo contro la violenza"
Luisa Regimenti (Lega) lo ha proposto all’Ue nella seduta congiunta delle commissioni giuridica e per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere
“E’ sempre più urgente intervenire a livello europeo e nazionale in materia di affido dei minori. Occorre potenziare gli uffici giudiziari e garantire controlli più accurati delle procedure, attraverso nuovi strumenti di valutazione dei rischi, campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e il lavoro di professionisti qualificati, tra i quali un ruolo significativo dovrebbero ricoprirlo i medici legali, perché la violenza che subiscono i minori in ambito familiare non è ancora riconosciuta in molti ordinamenti giuridici”. La proposta arriva dall’europarlamentare Luisa Regimenti, intervenuta in qualità di membro della commissione giuridica (Juri) nel corso della seduta congiunta con la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (Femm).
“Occorre una presa di coscienza forte e responsabile – ha sottolineato Regimenti, medico legale e Presidente onorario della MeLCo, Società italiana di Medicina Legale Contemporanea – non è più possibile tollerare le tante e ignobili violenze che donne e minori continuano a subire, con un incremento preoccupante soprattutto all’interno della famiglia. Violenze fisiche e sessuali, verbali, psicologiche, economiche, che il periodo di lockdown ha drammaticamente amplificato. Più attenzione dovrà essere posta, inoltre, sulle separazioni dei coniugi e nei dispositivi di affidamento parentale, in particolare nel determinare i diritti di custodia e di visita dei figli”.
"Proprio l’istituto della separazione, come dimostrano anche gli ultimi dati Eures, non solo non risolve il problema della violenza tra le mura domestiche ma spesso ne è l’elemento scatenante, per cui è assolutamente necessaria una tutela aggiuntiva per la donna vittima di maltrattamenti e a difesa degli eventuali minori presenti nel nucleo familiare. Tra l’altro, in troppi casi accade che un procedimento penale scaturito da una denuncia per violenza domestica segua un percorso distante da quello di separazione, generando così ulteriori problematicità”.
“Una situazione complessa, che si complica ancor più nel caso di caratteri transnazionali”, precisa Regimenti, rimarcando il bisogno di adottare uno standard europeo di riferimento per gli affidi. "Sarebbe utile, come ho già detto in altre occasioni, costituire un collegio di periti, composto da un neuropsichiatra infantile, uno psicologo esperto e un medico legale, nominati da un magistrato, iscritti all’Albo professionale e legalmente riconosciuti, con la possibilità di intervenire con strumenti di garanzia dei diritti del minore e del vincolo familiare”.
Una priorità che non può essere sottovalutata, “perché la tutela dell’infanzia – ha concluso Regimenti – non deve avere confini territoriali e se è davvero uno degli obiettivi dell’Unione Europea, attendiamo fiduciosi delle risposte concrete e celeri, anche per garantire una crescita sana a tutti quei minori privi di un sereno ambiente familiare”.