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Cronache
Morandi, l'indagato Castellucci e le amicizie che contano con i carabinieri

Ponte Morandi, quelle amicizie importanti: "Ho fatto chiamare"

Continuano ad emergere retroscena sul crollo del ponte Morandi a Genova e le conseguenze sul fronte politico-giudiziario. Spunta una "rete di protezione" nei confronti dell'ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci. Il 28 novembre del 2018 l'ad - svela la trasmissione Report e lo riporta il Fatto Quotidiano - deve presentarsi in Procura a Genova. Ad attenderlo c’è una "scorta" d’eccezione, formata da carabinieri: un luogotenente, un capitano e, addirittura, il comandante provinciale di Genova, il colonnello Riccardo Sciuto. Sono lì per assicurarsi che Castellucci non sia infastidito dai giornalisti. Un garbo non comune. L’Arma, peraltro, è estranea all'indagine sul crollo del Ponte Morandi. Si sfiora quasi l’incidente istituzionale: la Guardia di finanza, che sta indagando sulla strage del 14 agosto 2018, fotografa i tre rappresentanti dell’Arma fuori dal palazzo di giustizia di Genova, accanto a Tommaso Tattesi, responsabile sicurezza di Aspi.

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Quella foto - prosegue Il Fatto - per gli inquirenti è sintomatica dei tentativi di interferenza nell’indagine e soprattutto della pervasività dei contatti dei vertici di Autostrade per l’Italia con le istituzioni, comprese le forze dell’ordine. Ma come ci sono finiti i più alti vertici dei carabinieri a scortare Castellucci? Lo ricostruisce Report nella puntata in onda stasera sul crollo del Ponte Morandi: regista dell’operazione è Michele Donferri Mitelli, capo delle manutenzioni di Autostrade, braccio destro di Castellucci, anche lui tra i principali imputati per il disastro. Donferri ha chiesto un favore a un amico, il generale in pensione Franco Mottola: "Non vorrei che lo trattassero male... i giornalisti... non se lo merita, poveraccio (...) mi raccomando". Mottola esegue: "Ho fatto chiamare!".

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