Cronache

Morgan ad Affari: “Allergico ai leccaculo, sono libero e credo nella poesia”

di Antonio Amorosi

Morgan ad Affari: “In Italia piacciono gli asserviti, io non lo sono. Ecco perché vado in tv. Non sono né conformista né borghese". Dietro il nuovo programma

Ma se la testa delle persone è una testa ipersemplificata dalle tecnologie che anche per andare al cesso le persone devono guardare su Google per vedere come si fa, come pensi che menti del genere possano riabbracciare e apprezzare la complessità?

“Certo, però io non sono così … E attenzione, sono un essere ultra moderno non sono mica un retrogrado, non sono nostalgico, vengo dall’elettronica”

I Bluvertigo sì...

“Non sono assolutamente uno che ha nostalgia del passato, anzi ho la brama di creare nuove forme, prendendo le forme che ci sono e mischiarle, arrivando al futuro, non ignorando niente. Per cui l'atto di ignorare a me non mi trova d'accordo, cioè l'ignorare non porta a niente, è una distorsione. Ci sono due modi di fare...”

Quali?

“Quello dell'edificante e quello del distruttivo. Quindi se ignoro prendo la strada del distruttivo, se conosco prendo la strada dell’edificante. L'edificante vuol dire che produrrò qualcosa e mi ritroverò a fine giornata che avrò fatto qualcosa e non ho solo ‘detto’ qualcosa. Invece la via distruttiva è quella dove avrò solo ‘detto’ qualcosa e non avrò in mano niente. Ecco la differenza: conoscere, quindi fare. Poesia deriva dal greco poesis che vuol dire produrre, fare, creare, costruire con le mani. La poesia è un atto di costruzione, è un prendere un mattoncino e metterlo sopra un altro mattoncino e quindi alla fine tu dici: io cos’ho? Ho questo e quest’altro che sono dei mattoncini che costruiscono la poesia. La vedi, la tocchi, esiste. Quell'altro che ha fatto la critica, che ha ‘detto’, parlato, non ha niente in mano. Quindi io lo metterei in manicomio... sinceramente (ride)”.