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Nora, morta a 15 anni per sospetta overdose. Le amiche sono convinte: "Venduta agli spacciatori"
Nell’ultimo contatto telefonico, l’amica aveva espresso preoccupazione per la donna brasiliana con cui Nora era spesso in compagnia...
Morte Nora, le amiche sono convinte: "Venduta agli spacciatori"
I parenti di Nora, la 15enne italo-tunisina trovata senza vita lunedì scorso in un appartamento Ater a San Bonifacio (Verona), chiedono che "la verità emerga" mentre la procura indaga sulla morte, aperta come "decesso conseguente ad altro reato".
Gli investigatori ipotizzano un’overdose, in attesa dei risultati tossicologici, e hanno iscritto nel registro degli indagati un cittadino nordafricano, attualmente senza misure cautelari.
Le preoccupazioni della famiglia
Essia, sorella di Nora, ha raccontato al Corriere della Sera di averla vista l’ultima volta domenica sera: «Giovedì era passata al bar della stazione a ritirare uno zainetto lasciato a casa di un’altra sorella, Guendalina. Con lei c’era una donna brasiliana. Poi ha preso l’ultimo treno per San Bonifacio verso le 22 e non l’abbiamo più rivista».
Pur avendo già trascorso periodi lontana da casa, la famiglia esclude che Nora avesse mai frequentato quell’appartamento. «Monitoravo il suo Instagram e le chat per proteggerla», ha spiegato Essia. «Di San Bonifacio non c’era traccia. Temiamo che qualcuno le abbia fatto del male».
Il racconto contrastante dell’amica
Un’amica della vittima ha fornito una versione divergente: «Eravamo state in quell’appartamento una settimana prima della sua morte, a una festa con conoscenti. Le avevo detto di non tornarci da sola».
Nell’ultimo contatto telefonico, l’amica aveva espresso preoccupazione per la donna brasiliana con cui Nora era spesso in compagnia: «Voleva portarla a casa mia, ma ho rifiutato. Credo che in quell’appartamento l’abbiano venduta agli spacciatori. Temo che l’abbiano drogata con crack o eroina e abusata, magari colpendola alla testa».
L’ipotesi investigativa e l’autopsia
L’autopsia non ha rilevato segni di violenza fisica, avvalorando l’ipotesi dell’overdose. Il pm Carlo Boranga sta indagando sulla possibile cessione della dose letale da parte del nordafricano indagato. Gli esami tossicologici definitivi saranno decisivi per chiarire le dinamiche del decesso.
Il caso resta aperto, con la famiglia che insiste su presunti retroscena oscuri, mentre le autorità attendono dati scientifici per confermare o escludere il coinvolgimento di terzi.