Cronache
Nutriscore, etichettare il cibo senza criteri uccide il Made in Italy
Prima battuta d’arresto per il Nutriscore. Il sistema non scientifico di etichettature a semafori che penalizza i prodotti italiani. Un’altra panzana UE
Il Nutriscore? “Uno strumento della grande distribuzione per dirci cosa dobbiamo mangiare, e di certo non suggerirà prodotti su cui ha poco profitto”. Ecco perché Italia e tanti altri Paesi sono contrari
Rinviata almeno a metà 2023 l'approvazione del Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo UE (in sintesi il semaforo diventa verde per i cibi sani, giallo per quelli un po' meno sani, rosso non sani) che finirebbe su tutti i prodotti alimentari, indirizzando gli acquisti dei consumatori europei, trattati come beoti da inacanalare verso i cibi con segnali stradali invece che con l’educazione nutrizionale e la cultura alimentare.
Atteso per fine anno ha visto diversi Paesi membri contrari. Ora dovrà superare lo scoglio della sua mancanza di livelli di scientificità. La situazione è "complessa", ha ammesso Roser Domenech Amado, direttrice a interim di 'One Health' nella direzione generale salute e consumatori della Commissione europea.
Nutriscore funziona pressappoco così: per 100 grammi di cibo e 100 ml di bevande si valuta positivamente l’alto contenuto di frutta e verdura, fibre e proteine, dando un punteggio alto a quel cibo, mentre si ha un punteggio più basso o negativo per l’alto livello di energia nel cibo in caso di zuccheri, acidi grassi saturi e sodio. Un algoritmo calcola le combinazioni e secondo i creatori avrebbe il merito di velocizzare la capacità di acquisto di quelli sani.
Il problema è che Nutriscore non si basa su principi scientifici di alcun tipo, tanto meno nutrizionali ma su analisi che eliminano alcuni alimenti, con l’algoritmo che esegue e devasta tutto il resto, come quando veniamo bannati su un social media.
Un livello simil demenziale poiché per la letteratura scientifica specifica non esistono cibi buoni o cibi cattivi, ma diete equilibrate o meno, in cui ogni cibo può entrare a seconda della corretta quantità. Nutriscore non tiene conto delle porzioni come della composizione del pasto e si concentra sulle sostanze che hanno un alto contenuto energetico (come zucchero, grassi, sale), tacciandole come negative a priori. In più Nutriscore dà valore a cibi ultra processati che da letteratura scientifica sappiamo essere meno sani: tutto a vantaggio dei cibi artificiali a danno di quelli naturali e tradizionali senza lavorazione industriale.