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Cronache
Omicidio Scagni, una beffa per la famiglia. Archiviazione per medico e polizia
Alberto Scagni e Alice Scagni

 

"Nei giorni precedenti l'uccisione di Alice abbiamo tentato di contattare per oltre 60 volte il centro di salute mentale cui c'eravamo rivolti per l'impressionante progressione della malattia mentale di nostro figlio", ha scritto, "abbiamo più volte chiamato il 113 perché spaventati dal degenerare inesorabile della situazione. Ci è stato risposto di chiuderci in casa fino al lunedì successivo. Era Domenica. La nostra famiglia non è arrivata a Lunedì. Siamo noi i colpevoli?".

Il medico in aula, nel processo per l'omicidio, "ha spiegato che dopo il colloquio con i familiari, avvenuto il 22 aprile, e le informazioni pervenute telefonicamente il 28 aprile non aveva, sulla base di quanto le era stato riferito, elementi per poter effettuare una diagnosi in quanto erano riportati dai familiari soprattutto comportamenti antisociali, e non aveva invece ravvisato sintomi psichiatrici tali che consentissero e suggerissero un intervento d'urgenza".

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