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Cronache
Omicidio Tramontano, mostrato il cadavere di Giulia. Impagnatiello piange
Alex Impagnatiello e Giulia Tramontano

Omicidio Giulia Tramontano,  Alessandro Impagnatiello piange in aula

Sguardo basso, rivolto verso il pavimento della gabbia dell'aula della Corte d'Assise di Milano. Così Alessandro Impagnatiello, il barman 31enne reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha partecipato alla seconda udienza del processo. Barba curata, occhi gonfi, giubbotto ingombrante: solo in un'occasione ha sollevato lo sguardo, quando sono state mostrate in aule le immagini del corpo semicarbonizzato della vittima. Poi, di nuovo, la testa tra le mani, e i singhiozzi. 

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Nell’udienza di oggi sono stati sentiti i primi testimoni dell'accusa, rappresentata dall'aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo. In particolare, i carabinieri che inizialmente avevano indagato sulla scomparsa di Giulia - denunciata proprio dal compagno - e avevano poi fatto crollare Impagnatiello, che aveva nascosto il cadavere in cantina e nel box tentando anche di dargli fuoco. Si è iniziato con la deposizione del maresciallo Pasquale Afeltra del nucleo investigativo della squadra omicidio di Milano. Impagnatiello si era presentato ai carabinieri la sera del 27 maggio alla stazione di Senago e aveva raccontato che la giovane era scomparsa dopo aver scoperto che lui aveva una relazione con una collega di lavoro. Aveva denunciato che mancava il passaporto della ragazza, il bancomat e circa 400-500 euro. Non aveva fatto menzione del telefono, mai trovato, a differenza dei documenti recuperati in un tombino non lontano dall'abitazione. Aveva raccontato, inoltre, che Giulia aveva avuto un confronto pacifico con la sua amante e che lui quella sera si era recato in viale Certosa a comperare dello stupefacente. Qui era emersa la prima incongruenza della deposizione del barman: l'indicazione di un civico inesistente.

Omicidio Giulia Tramontano, la scoperta del corpo e il veleno per topi

La deposizione del maresciallo è continuata con il racconto del ritrovamento di Giulia nella notte fra il 31 maggio e il 1 giugno. In aula viene mostrata un'immagine di come Giulia è stata trovata dai militari: accanto al garage, a poche centinaia di metri dalla casa di Senago, tra l'erba alta, un grande telo di plastica trasparente avvolgeva buona parte di un cadavere anteriore perché completamente bruciato.

Il maresciallo della squadra Omicidi ha poi spiegato in aula che sul cellulare di Impagnatiello erano state effettuate già da dicembre 2022 e fino a pochi giorni prima dell’omicidio ricerche e visualizzazioni di pagine con il seguente tema: "quanto veleno per topi serve per uccidere una donna". In particolare, l’ex barman cercò “veleno per topi incinta”, “veleno per topi in gravidanza” e ancora “veleno per topi uomo”. Le ricerche online hanno poi trovato una conferma nel ritrovamento nello zaino dell'ex barman di due bustine di topicida. Così come tracce di topicida sono state rilevate su Giulia e Thiago dopo l’autopsia. Elementi che per l’accusa danno consistenza all’aggravante della premeditazione.

Omicidio Giulia Tramontano, la ricerca e l'acquisto del cloroformio

Tra gli elementi per provare l'aggravante c'è anche una bottiglia di cloroformio, sequestrata nella cantina dell'appartamento di Senago, acquistata con un “nome falso” da Impagnatiello il 5 febbraio 2023 tramite un sito online. “Non dovrebbe essere di libero acquisto, ma la transazione è andata a buon fine – ha detto il militare durante la sua deposizione – L'acquisto è stato fatto quando l'imputato si trovava all'aeroporto di Malpensa, mentre attendeva Giulia che arrivava da Napoli”.

Omicidio Giulia Tramontano, la dinamica dell'omicidio, le bugie e i depistaggi

Nella lunga testimonianza il maresciallo dei carabinieri ha ricostruito tutte le fasi dell'omicidio, dall'incontro tra Giulia e l'altra donna di Impagnatiello – le due si incontrano poche ore prima del delitto fino a quando Impagnatiello, probabilmente già la sera del 27 maggio, aveva impugnato un coltello da cucina e aveva ucciso, nel soggiorno, Giulia con 37 coltellate. Dopo il delitto – ha spiegato il militare – erano seguiti una serie di bugie e depistaggi”, ad iniziare di messaggi che l'imputato aveva scritto alla compagna ormai morta, oppure i messaggi inviati con il telefono della vittima per rassicurare l'altra donna.

In base a quanto ricostruito il barman aveva messo il cadavere nella vasca da bagno e aveva tentato di dargli fuoco, ma le fiamme distrussero anche parte della vasca. Ecco perchè Impagnatiello aveva portato il cadavere in garage e per dargli fuoco una seconda volta. In quell'occasione si erano annerite le pareti e si era bruciata una lampada. Per questo motivo, ha specificato il maresciallo, Impagnatiello non aveva detto ai militari di avere un garage, perché al momento del sopralluogo dei militari Giulia cadavere è ancora lì in un angolo.

Omicidio Tramontano, la madre di Giulia: lotteremo per te

"Amore mio, oggi si parlera' di te, di come siete stati strappati alla vita, di come con tutte le tue forze hai cercato la verita' a costo della vostra splendida vita. Tu sarai sempre per noi la nostra immensamente Giulia e Thiago il nostro angelo. Lotteremo per te fino all'ultimo". Lo ha scritto su Instagram Loredana, la mamma di Giulia Tramontano, prima dell'inizio della seconda udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello, l'ex fidanzato della ragazza accusato di averla uccisa lo scorso 27 maggio.

Omicidio Tramontano, il padre: "Nulla ci restituirà Giulia"

Sempre su Instagram e' intervenuto anche il padre Franco: "Nulla ci restituira' Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinche' sia fatta giustizia per lei e Thiago". Oggi nell'aula della Corte di assise e' presente a nome della famiglia solo un cugino di Giulia. La madre e la sorella della 26enne, uccisa mentre era incinta al settimo mese, compariranno davanti ai giudici il 7 marzo per la loro deposizione come testimoni. 

Giulia Tramontano, la vicina di casa: "Quella sera li sentii litigare"

"Io ho sentito gridare, una voce alta di una donna. Non era un grido di dolore, era quella di una litigata che dopo neanche due minuti e' finita". E' il ricordo della vicina di casa di Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano la sera del 27 maggio 2023 in cui l'uomo avrebbe ucciso l'allora fidanzata incinta di sette mesi. La donna e' stata sentita come testimone dell'accusa. Prima della vicina di casa si sono seduti sul banco dei testimoni il titolare della societa' di pulizie che ogni martedi' e venerdi' lavora nella palazzina di via Novella 14/A di Senago. Come la mattina del 30 maggio, in cui oltre a vedere Impagnatiello aggirarsi nella zona del garage ha udito dei suoni sospetti: "Ho sentito il rumore di trascinamento, come di un sacco pesante perche' non era continuo, avvenuto in due momenti diversi tra le cantine e il box", ha detto rispondo alle domande della pm Alessia Menegazzo e della procuratrice aggiunta Letizia Mannella. Per la terza udienza del 7 marzo sono state citate come testimoni la 23enne italo-inglese che aveva una relazione parallela con Impagnatiello e la madre della vittima.

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