Cronache

Pensioni, tagli agli assegni: chi sarà colpito, quando, quanto

La crisi causata dal Coronavirus si ripercuoterà anche sulle pensioni. Ecco le ultime novità.

Pronti i ‘tagli’ sulle pensioni: i calcoli sugli assegni. Chi verrà colpito, quando e quanto – PENSIONI NEWS

La crisi economica causata dal Coronavirus ha colpito moltissimi settori. Il crollo del Pil avrà presto un’incidenza negativa anche sugli assegni previdenziali. Sono previsti dei tagli che saranno inizialmente contenuti, ma potrebbero diventare più pesanti nel corso del tempo. Ecco quali pensionati rischiano e in quale misura.

Pensioni più basse per chi lascia il lavoro nel 2022 - PENSIONI NEWS

Le pensioni degli italiani che lasceranno il lavoro a partire dal 2022 saranno più basse. La riduzione lorda dell’assegno può arrivare a sfiorare il 3% nel 2023, come riferisce ilgiornale.it. Una persona nata nel 1856, che ha iniziato a versare contributi nel 1980, potrebbe andare in pensione a 67 anni nel 2023 con una riduzione della quota contributiva del 2,7%. L’impatto sarà inizialmente contenuto, ma i numeri sono destinati a crescere nel tempo.

“L’impatto per ora è contenuto, anche se non trascurabile, con una riduzione lorda dell’assegno futuro che può arrivare a sfiorare il 3 per cento nel 2023 – spiega anche il Messaggero - ma è poi destinata ad accentuarsi e comunque a permanere nel tempo. La legge Dini prevede che i contributi versati per gli anni compresi nel nuovo metodo di calcolo, prima di essere trasformati in rendita, siano via via rivalutati con un tasso di capitalizzazione dato dalla crescita media del Pil nei cinque anni precedenti”. “Il meccanismo – precisa ancora il Messaggero - include anche uno sfasamento temporale: quei lavoratori che andranno in pensione dal primo gennaio 2022 avranno l’ultima rivalutazione, sull’intero montante contributivo, legata proprio all’andamento del Pil di quest’anno.

Secondo le stime del Documento di Economia e Finanza, il Pil dovrebbe subire una contrazione dell'8% quest'anno. Secondo quelle della Commissione Europea il crollo potrebbe essere invece del 9,5%, con una visione ancora più pessimistica.