Ponte Genova, rottura di un tirante tra ipotesi crollo. Allarme già nel 2017 - Affaritaliani.it

Cronache

Ponte Genova, rottura di un tirante tra ipotesi crollo. Allarme già nel 2017

Spunta lo studio del Politecnico di Milano sul viadotto Morandi: avvisaglie di problemi sui tiranti d'acciaio ricoperti in cemento armato già nel 2017

PONTE MORANDI, L'ESPERTO: IPOTESI PERDITA APPOGGIO CAMPATA CENTRALE

"Un'ipotesi plausibile, visto il filmato della caduta del ponte, è che si sia persa la campata centrale appoggiata da un lato sulla pila 9 e dall'altro sulla pila rimasta in piedi; che abbia perso l'appoggio sulla pila 9 e quindi sia andata giù eccitando dinamicamente la pila". A parlare con l'Adnkronos è Giuseppe Mancini, in pensione da pochi mesi, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, in teoria e progetto dei ponti. "La pila -dice Mancini- non era progettata per questa condizione estrema e quindi si è rotta". Ma cosa può aver indotto la perdita di appoggio? "La vibrazione indotta dalla combinazione di vento e pioggia, che si manifesta quando c'è pioggia intensa e vento anche non troppo elevato -spiega il professore- perché l'acqua che cade forma una specie di torrente che si stacca e va a terra; quando si stacca la massa cambia repentinamente e lo strallo oscilla. Queste oscillazioni possono essere aumentate dal vento. Ciò può aver comportato una variazione di geometria; si muoveva la zona di appoggio delle travi, è uscita dall'appoggio ed è caduta da un lato". Se questo fosse il motivo, si tratterebbe, secondo Mancini, di un difetto di progettazione "perchè a quell'epoca nessuno sapeva cosa fosse il fenomeno, scoperto nel ponte di Rotterdam solo successivamente". E sul fatto che si potesse scoprire il problema, il professore non ha dubbi: "Su un ponte con stralli in calcestruzzo non era possibile vederlo, se fosse stato con stralli in acciaio sarebbe stato diverso, perché sono molto numerosi ed a breve distanza", conclude.

 

Ponte Genova, lo studio del Politecnico: problemi agli stralli già nel 2017

 

Gli stralli, la grande innovazione introdotta dall’ingegner Morandi, sono i principali sospettati dell’inchiesta della procura di Genova sulla strage del viadotto Polcevera. Le avvisaglie di problemi sui tiranti d'acciaio ricoperti in cemento armato risalgono a circa un anno fa.

Secondo quanto rivela infatti Repubblica, a settembre del 2017 la Spea Engineering, società controllata da Atlantia, fra le più importanti nel settore dell’ingegneria delle infrastrutture, commissiona uno studio sugli stralli delle tre pile, 9, 10 e 11, del viadotto. Le verifiche del Politecnico di Milano avvengono fra il 9 e il 13 ottobre e a novembre vengono consegnate le conclusioni.

Le firma il professor Carmine Gentile che sulla pila numero 9, quella che crollerà, dice: "Al contrario, per gli stralli del sistema bilanciato numero 9… si presentano con deformata modale non del tutto conforme alle attese e certamente meritevole di approfondimenti teorico-sperimentali".

E, infatti, rivela sempre Repubblica, nel maggio di quest’anno, Autostrade per l'Italia emette il bando di gara, per una spesa di 20 milioni di euro, con procedura ristretta, ovvero velocizzata per abbreviare i tempi, per procedere al rinforzo degli stralli delle pile 9 e 10. Un intervento di cui si parlava, però, già almeno due anni fa e che sembrava dovesse costare 35 milioni. Ma all’epoca non era ritenuta un’operazione urgente.

Che a cedere per primi siano stati gli stralli lo rivelano anche alcune testimonianze dei sopravviccuti su quanto accaduto nella tragica mattinata di venerdì.  Valentina Galbusera, medico dell’ospedale Villa Scassi che la mattina del 14 agosto si trovava sul ponte crollato ha dei ricordi precisi. "Ero al volante della mia auto e ho visto quei tiranti laterali cedere. Subito dopo ha cominciato a tremare l’asfalto sotto di me come se ci fosse un terremoto", rivela. Anche altre persone raccontano di aver prima notato le grandi braccia del ponte abbattersi e solo successivamente aver percepito gli scossoni del manto stradale.