"Prete attacca Salvini nell'omelia". Scoppia la protesta in chiesa
La replica del ministro dell'Interno: "Non ho parole"
"Il problema e' che con la sua maniera di fare il ministro, Salvini sull'immigrazione fomenta il razzismo, e qualche volta l'odio". E' questa la frase pronunciata dal pulpito durante la messa delle 11.30, celebrata alla Pieve a Castelfranco nei confronti dal vice premier Matteo Salvini dal prete-operaio don Claudio Miglioranza, parole che hanno innescato la polemica con uno dei fedeli che assisteva all'omelia, a Castelfranco, Giorgio Vigni, vicepresidente della Life Treviso che si è alzato ed è escito dalla chiesa per protesta (rientrerà a predica terminata).
"Il ministro Salvini - ha detto all'ANSA don Claudio - sbandiera spesso il rosario ed anche il Vangelo, e si professa cattolico. Sul fatto che si senta cattolico non dico niente, ma cristiano direi di no". "A Salvini - ha spiegato - ho dedicato solo un passaggio, nell'omelia che muoveva dall'episodio evangelico di Giovanni Battista che giunge dal deserto e chiede di preparare la strada all'arrivo del Signore. Questa sarebbe 'politica'?. Il Vangelo non vuole che ci si isoli dal mondo, ma che si affrontino i problemi".
"Non ho parole, un comizio durante la Messa? Mandero' a questo prete il testo della #LeggeSalvini perche' capisca che e' un passo in avanti nel nome del rispetto, delle regole, della sicurezza, della vera integrazione. Amen", è stata la replica di Salvini, in un tweet, allegando un articolo che riferisce di un fatto avvenuto ieri mattina durante la messa celebrata a Castelfranco (Treviso). Al termine della celebrazione, Vigni aveva preso carta e penna per denunciare le accuse di odio e razzismo rivolte al titolare del Viminale dal sacerdote.
"Credevo che la vecchiaia vaccinasse dall'astio ideologico e portasse saggezza - ha scritto Vigni - nel Vangelo di oggi si parla di Tiberio, Erode e di un tal Giovanni ma il prete durante l'omelia mi parla del ministro dell'interno che fomenta l'odio ed il razzismo. Non sento il seguito perché esco dalla chiesa che, per l'occasione, mi è parsa più casa del popolo. Alla fine del comizio, non certo omelia, rientro. Ma sentiamo tutta la settimana parlare di politica, adesso hanno messo all'ordine anche le chiese. Il povero cristiano non può scendere dal treno dell'immondizia neanche un'oretta la domenica. Il sacerdote dal pulpito parla di fomentatori d'odio ma lui cosa sta facendo? Visto il luogo e l'occasione qualcosa non torna. Trattasi di sacerdote Dei o di un onorevole, un attivista, un sindacalista? Lo so che don Claudio da giovane, quando lo ero anch'io, era solito ed abituato a simili miserie, ai comizi, ma pensavo che la vecchiaia lo avesse trasformato. Mi sbagliavo".
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