Cronache

Processo Grillo jr, le foto di nudo in posa della ragazza ribaltano tutto. Video e chat, le prove del superconsulente

Mossa dei legali della difesa. Secondo lo psichiatra "esperienza riletta come vittima anziché partecipante"

di redazione cronache

Processo Grillo jr, il superconsulente della difesa porta in aula nuove prove. Il giallo del servizio fotografico di nudo qualche giorno dopo il presunto stupro

Il processo a carico di Grillo jr e dei suoi tre amici accusati da due ragazze di stupro di gruppo e violenza sessuale è arrivato a un punto di svolta. Oggi in aula a Tempio Pausania arriverà il superconsulente della difesa con in mano materiale audio e video destinato a ribaltare tutto l'impianto accusatorio. Spuntano foto di nudo della ragazza che accusa il figlio del fondatore del M5s e i suoi amici, risalenti a pochi giorni dopo la presunta violenza, avvenuta nel luglio del 2019 in Sardegna. Il tecnico informatico Mattia Epifani - in base a quanto risulta a La Verità - è arrivato alle sue conclusioni analizzando il materiale digitale estratto dai cellulari dei presunti violentatori e della loro vittima. Un documento choc di cui l'esperto parlerà oggi in aula e che mette radicalmente in discussione la versione della ragazza, la quale, secondo i suoi legali, sarebbe affetta da un disturbo post traumatico da stress, conseguenza di quegli abusi.

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La consulenza colpisce soprattutto per alcune immagini. Per esempio la sequenza in cui la ragazza - prosegue La Verità - è ritratta in mutandine e top, e i capelli avvolti in un asciugamano. Nelle dieci immagini la giovane scosta con le dita la biancheria intima e si atteggia a modella provocante per il misterioso fotografo (sono autoscatti realizzati con il timer?). Le immagini risalgono al 30 luglio 2019, tredici giorni dopo la presunta violenza e solo quattro dalla denuncia. Ma se la giovane ha detto delle bugie, queste come si spiegano? Per Enrico Zanalda, consulente degli imputati, nonché presidente della Società italiana di psichiatria forense ed ex presidente della Società italiana di psichiatria, la giovane accusatrice, più che disturbo post traumatico da stress, soffrirebbe di un disturbo narcistico e borderline della personalità, nella variante "narcisista vulnerabile o covert".

"Tale caratteristica di personalità - riporta La Verità - ha chiaramente amplificato l'esperienza del sesso occasionale e la conseguente disforia post-coitale ed è quindi sostenibile che la giovane ragazza abbia reinterpretato negativamente l’esperienza sessuale inizialmente consensuale come abuso a causa dei sentimenti di frustrazione dell'immagine di sé". Zanalda evidenzia "l’assenza di segni evidenti di trauma immediato nelle chat", "le contraddizioni della narrazione" della ragazza e "le differenze con quelle degli imputati", tutti elementi che, come detto, "suggeriscono che abbia reinterpretato il proprio comportamento consensuale".

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