Cronache
Processo Stato-Mafia, Berlusconi si avvale della facoltà di non rispondere
Stato-mafia: Berlusconi non risponde
Processo Stato-Mafia, Berlusconi si avvale della facoltà di non rispondere
L'ex premier Silvio Berlusconi si è avvalso della facoltà di non rispondere al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. L'ex cavaliere si è seduto per pochi minuti sullo scranno da testimone e ha detto: "Intendo avvalermi della facoltà di non rispondere", si è alzato e ha lasciato l'aula bunker del carcere Ucciardone. Era stato citato dalla difesa di Dell'Utri.
Berlusconi, accompagnato dalla sua scorta, ha quindi lasciato l'aula bunker del carcere Ucciardone. Ma prima ha voluto salutare i suoi legali, gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini. Prima di sedersi ha chiesto di non essere ripreso dalle numerose telecamere e dai fotografi presenti in aula.
MAFIA: PROCESSO TRATTATIVA, CORTE ASSISE RESPINGE RICHIESTA VIDEO BERLUSCONI IN AULA
Non sarà mostrato il video contenente una intervista all'ex premier Silvio Berlusconi al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso a Palermo. Lo ha deciso la Corte d'assise d'appello di Palermo che ha respinto la richiesta della difesa di Marcello Dell'Utri che chiedeva di proiettare il video, ci una conferenza stampa del 20 aprile 2018, fatta dopo la sentenza di primo grado sulla trattativa. Il Presidente della Corte Angelo Pellino ha invece deciso che verrà trascritta l'intervista.
"L'intervista all'onorevole Berlusconi è già acquisita agli atti - dice il Presidente della Corte d'assise d'apppello Angelo Pellino leggendo l'ordinanza - Quindi potrà essere visionata dalla Corte in ogni momento e non c'è motivo di proiettarla in aula". Il Presidente ha così deciso di affidare a un perito la trascrizione del contenuto della conferenza stampa di Berlusconi fatta dopo la sentenza di primo grado.
Stato-mafia: M5s, da Berlusconi brutto segnale immagine Stato - "La scelta di Berlusconi di non rispondere alle domande dei giudici nel processo d'Appello sulla trattativa Stato-mafia e' un brutto segnale per l'immagine dello Stato", si legge in una nota dei "rappresentanti del Movimento 5 stelle nella commissione parlamentare Antimafia". "La sua - prosegue la nota - e' ovviamente una scelta possibile e del tutto legittima, ma non e' mai irrilevante quando un ex presidente del Consiglio decide di non parlare di un argomento cosi' delicato: le possibili minacce recapitate da Cosa Nostra a Palazzo Chigi, dove lui era premier in carica". "Da chi rappresenta le istituzioni della Repubblica ci aspettiamo piena collaborazione verso l'accertamento della verita' in tribunale e per l'affermazione della legalita', sempre e comunque. Berlusconi ha scelto di fare diversamente e - sottolineano i 5 stelle - non e' la prima volta".