Cronache

Rifiuti dal Piemonte alla Puglia e poi bruciati nelle cave: 13 gli arresti

Scarti di lavorazione delle aziende piemontesi trasportati nelle province di Taranto e Lecce per essere smaltiti illegalmente nelle cave

I Carabinieri del Noe di Lecce e i finanzieri del Comando di Taranto hanno condotto una operazione in varie province del sud: 13 gli arresti. Si tratta di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce: le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare, sono ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e riciclaggio. Sono in corso sequestri per diverse centinaia di migliaia di euro.

L'operazione del Noe è sull'asse Torino-Puglia, ed è divisa in diversi filoni che partono dal Piemonte, arrivano a Taranto ma anche in provincia di Lecce. Qui, in particolare, i carabinieri hanno scoperto che ingenti quantità di rifiuti, per lo più scarti di lavorazioni aziendali, venivano stoccati all'interno di grosse cave e bruciati soprattutto di notte, producendo odori nauseabondi e fumi, spesso segnalati da semplici e associazioni.

Tra le 13 persone coinvolte nell'operazione portata avanti dal Noe di Torino in collaborazione con la Guardia di Finanza di Taranto e il Noe di Lecce per un traffico e smaltimento illecito di rifiuti, spicca un pastore di 74 anni di origini sarde, ma da anni residente nel Salento, coinvolto nel rapimento di una ragazza toscana nel 1987. La vittima fu tenuta prigioniera in un nascondiglio nel Salento e rilasciata solo dopo il pagamento di un riscatto di 2 milioni di euro. L'uomo fu coinvolto e condannato per un altro sequestro di persona sempre in Puglia.