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Cronache
Scuola, Ocse: gli insegnanti italiani i meno pagati. Una docente: "Valuto di andare a lavorare in fabbrica"

Scuola, la triste classifica sugli stipendi per gli insegnati. Italia tra gli ultimi dei Paesi Ocse. I dati

L'anno scolastico è iniziato con un dato allarmante ma non certo sorprendente. L'Italia è in fondo a diverse classifiche per quanto riguarda gli stipendi degli insegnati. Nell’area Ocse, il nostro Paese resta in fondo alla graduatoria: un rapporto certifica che siamo penultimi per crescita dei salari tra il 2015 e il 2023 e quintultimi nei compensi di partenza e di fine carriera. Siamo i penultimi, peggio di noi solo la Grecia, per l’aumento dei salari degli insegnanti di media inferiore (periodo 2015-2023). L'Italia è anche sotto la media nella spesa pubblica per l’istruzione: investiamo il 4% del Pil rispetto al 4,9% dei Paesi a sviluppo industriale avanzato. L’Ocse conferma che in Italia il 37 per cento dei figli di genitori non diplomati non si diploma, quando il 69 per cento dei figli con almeno un genitore laureato consegue il titolo.

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Le giovani donne con una laurea guadagnano in media il 58 per cento in meno del salario dei coetanei maschi, realtà che rappresenta il più grande divario retributivo di genere nell’area Ocse. La lunga politica dei disinvestimenti sull’istruzione del Paese ha prodotto, poi, un 53 per cento di docenti over 50. "Ogni tanto penso che forse sarebbe meglio lavorare in fabbrica. Lo so che è un lavoro duro, ma con i turni si può guadagnare di più". Ambra Gamboni ha 45 anni e insegna nella scuola elementare dell’istituto comprensivo Ezio Bosso di Torino. Periferia, quartiere Mirafiori, "una zona non facile", si sfoga a La Repubblica l'insegnante. "Sono stata precaria - prosegue - dal 2016 al 2021, poi sono diventata di ruolo. Prima avevo iniziato nelle scuole private quindi sono passata al pubblico, per avere più garanzie e perché in questo modo ho potuto avere accesso a un mutuo e comprare casa. Ma per assurdo ora guadagno di meno".

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