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Cronache
Scuola, rinnovato il contratto. Per i prof basta fame: 124 € in più in busta
Giuseppe Valditara

Scuola, c'è il rinnovo del CCNL. Ma la Uil non firma

"Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince. I Contratti nazionali di lavoro si sottoscrivono perché sono migliorativi rispetto al testo precedente e non è questo il caso. È stata una decisione difficile". Lo dichiara il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, subito dopo la mancata firma del contratto nazionale, spiegandone le ragioni.

"L’abbiamo presa insieme alla nostra Confederazione e ai nostri quadri sindacali, ascoltando come sempre i lavoratori della scuola, quelli che la fanno funzionare tutti i giorni. Nel contratto che ci è stato presentato restano molte questioni aperte e non risolte - osserva il segretario –- resta il nodo politico della mobilità. È evidente che, se un contratto si sottopone ai vincoli di legge, perde la sua natura pattizia e ha poca ragione di esistere. Nell’impianto normativo del contratto vengono implementate ulteriormente le mansioni di tutto il personale Ata. Una inaccettabile ulteriore attribuzione di ruoli per cui i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e i Dsga, già oberati di incombenze a volte estranee alle loro mansioni, saranno soggetti ad ogni tipo di lavoro con riferimenti generici alla formazione senza che essa venga imputata a carico dell’Amministrazione".

Ancora, spiega il segretario Uil scuola, "risulta precarizzata la figura dell’ex Dsga e degli ex assistenti amministrativi facenti funzione con l’attribuzione di incarichi triennali che abbiamo fortemente contestato per il personale docente nella Legge 107/15. Nonostante il Mef abbia autorizzato di bandire i concorsi ordinari. Il tutto in cambio di una irrisoria valorizzazione economica che assolutamente non trova riscontro con i carichi di responsabilità e di lavoro del personale, falcidiato negli anni passati da politiche di tagli lineari e non razionali. Tra le altre questioni che non trovano risposta in questa ipotesi contrattuale, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali che, non convince.

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