Cronache

Stati generali della natalità, De Palo: "Culle vuote: è un problema di tutti"

Il presidente del Forum delle famiglie padrone di casa dell'evento: "Coinvolte anche l'economia e la finanza, perché senza bimbi non c'è futuro per nessuno"

di Alessio Garofoli

Dopo anni di impegno sul problema demografico italiano Gianluigi De Palo, presidente del Forum Famiglie, si gode un piccolo successo: l'apertura a Roma degli Stati generali della natalità da lui voluti, che vedranno tra gli ospiti anche Papa Francesco e il premier Mario Draghi. Due nomi a simboleggiare un parterre che in realtà e variegato e non consueto per un evento di questo tipo. E c'è una ragione: le culle vuote, dice De Palo, sono un problema di tutti.

Sappiamo da tempo che l'Italia è in pieno inverno demografico: che fare quindi?

Appunto. Eravamo occupati a commentare i dati Istat senza fare nulla. Allora con questi Stati generali della natalità abbiamo cercato di mettere attorno a un tavolo tutte le forze del Paese: il mondo delle imprese, quello delle banche, delle assicurazioni, dei media, dello spettacolo. L'idea è quella di allargare gli interlocutori sul tema per provare a fare qualcosa. Non vogliamo arrivare tra 10-15 anni a dire: va beh, potevamo fare qualcosa e non l'abbiamo fatta.

La denatalità è un fatto oggettivamente problematico. Ma c'è chi ritiene che la soluzione sia nell'immigrazione.

Noi stiamo cercando di porre un tema, poi le soluzioni arriveranno ma debbono essere soluzioni complesse. La soluzione non può essere solo l'immigrazione, ma mettere i giovani italiani nelle condizioni di realizzare i propri sogni. Poi sicuramente si può fare un ragionamento anche sulla questione immigrazione, ma senza essere ideologici. Lo scandalo è che le coppie italiane vorrebbero fare due figli, ma ne fanno 1,24. I giovani che vanno all'estero a realizzarsi lavorativamente vorrebbero due figli ma non ne fanno nemmeno uno.

Le cause sono soprattutto economiche.

L'aspetto economico è molto importante perché in Italia fare figli è la seconda causa di povertà, laddove la prima è la perdita del lavoro da parte di uno dei componenti della famiglia. Non a caso, se si guardano i dati dell'Istat, ci si accorge che il crollo demografico, che già c'era, è diventato assolutamente spaventoso dal 2008, quando è iniziata la grande crisi. Il primo passo è la consapevolezza. Poi rifletteremo sulle modalità d'intervento. Già l'assegno unico è un pezzo della soluzione, come il Family Act e il Recovery Fund orientato sulla natalità. Gli strumenti insomma ci sono.

Anche le soluzioni sono economiche e fiscali insomma.

L'aspetto economico influenza anhe quello culturale. Il problema dell'aspetto culturale è che ci vuole molto più tempo per attivarlo, quello economico è più rapido.

Il fatto che oggi sia presente il premier Draghi è segno che l'urgenza del tema sia arrivata dove doveva?

Noi lavoriamo con tutti i governi. Gli Stati generali della natalità li avevano organizzati lo scorso anno, ma sono saltati per la pandemia. Gli interlocutori non sono importanti, l'importante è che il sistema paese prenda consapevolezza. Se poi gli interlocutori si dimostrano attenti noi ne siamo contenti. Ma mi sembra di poter dire che la presenza del presidente Draghi sia anche una notizia politica per l'evento. Noi volevamo aprire con i nostri inviti a mondi che paradossalmente non si sentono toccati da questo argomento, e invece lo sono. Perché anche se uno dice: okay, io figli non ne voglio, comunque gli ospedali non vanno avanti da soli, e il sistema pensionistico nemmeno. Se non c'è equilibrio demografico il problema è per tutti.