Cronache
Stupri a Caivano, lo Stato militarizzi la zona e tolga i minori dalle famiglie
In un quartiere dove dilaga la criminalità "vivere" è quasi un attimo di eroismo. Ora c'è chi invoca lo "Stato": ma che potere ha se il male è dentro le case?
Stupro di gruppo a Caivano, l'inferno pedofilia nella periferia di Napoli. Commento
Caivano è un comune di circa 35.800 abitanti in provincia di Napoli. Ha una zona, quella intorno al Parco
Il presidente della Regione Campania De Luca: "Lo Stato non c'è, serve assedio militare" "Io credo che dobbiamo andare a Caivano a istituire quasi una zona di assedio, un vero e proprio assedio militare. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, non c'è". E ancora: "Ho ascoltato gli impegni assunti dal presidente del Consiglio Meloni: un impegno apprezzabile, purché ovviamente dietro ci sia la sostanza, su una realtà che è maledettamente complessa, un inferno in terra". |
Verde, con 6.000 persone, che vivono in edifici popolari al limite della fatiscenza, costruiti dopo il terremoto dell’Irpinia, quando il governo di allora, con uno stanziamento extra bilancio senza precedenti (millecinquecento miliardi di vecchie lire) finanziò la costruzione in Meridione di alloggi per i 280.000 sfollati. In breve tempo, però, quel quartiere è diventato un posto in cui, tra alcuni che cercano di vivere onestamente, pullulano tante persone che si nutrono di illegalità e l’illegalità diffondono.
E così, tra spaccio di droga (il cosiddetto Parco Verde è uno dei posti più famosi d’Europa, proprio per quello), aggressioni, violenze, estorsioni, e l’incedere sempre più presente della camorra, viverci, per chi vuole rispettare le regole, è qualcosa che somiglia a un atto di eroismo quotidiano.
Nel 2014 fece scalpore l’omicidio della piccola Fortuna, la bambina di sei anni gettata dall’ottavo piano dopo che si era ribellata agli ennesimi abusi sessuali e maltrattamenti di ogni tipo. Come tantissimi altri abusi e maltrattamenti si scoprirono dopo quell’orribile omicidio, ma su cui, col tempo, si stese un velo di consapevole silenzio.