Cronache

Papa Francesco, un prete cattolico attacca Francesco con una lettera

Giuseppe Vatinno

Una lettera di un prete cattolico della diocesi di Parigi indirizzata a Papa Francesco. Guy Pagès definisce anti-cristo l'Islam

«In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono [i fedeli], essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità della persona» (Codice di Diritto Canonico, Can. 212 § 3):

 

 

Il giorno dello scorso Natale è stata resa pubblica una lettera da parte di ex islamici indirizzata a Papa Francesco.

Qui il testo:

http://exmusulmanschretiens.fr/it/

Come si può subito notare il sito ha il suffisso “fr”, cioè Francia e apre uno spiraglio su chi si celi dietro la sua stesura e che ha poi ha confermato.

Si tratta di un prete cattolico Guy Pagès della diocesi di Parigi.

Pagés è un teologo, studioso dell’Islam, che è stato missionario nello stato di Gibuti ed ha un sito, https://www.islam-et-verite.com/presentation-site/

che è noto per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti dell’Islam, proprio in relazione al cristianesimo.

La lettera dai toni forti e poco diplomatici -l’Islam viene definito senza giri di parole “Anti- Cristo “-ha già raggiunto 3.660 sottoscrizioni e le firme sono in aumento, segno che il tema è molto sentito dai fedeli non solo in Francia, ma le adesioni vengono da ogni parte del mondo.

Questa vicenda ricorda molto la “correzione filiale” che sacerdoti e teologici inviarono, in accordo con il codice di Diritto canonico lo scorso luglio a Papa Francesco per criticare la pastorale contenuta nella nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, che riguarda il matrimonio.

Questa volta di sacerdote teologo c’è ne è uno solo, ma non per questo il peso dell’iniziativa, in questi tempi di globalizzazione telematica mondiale, deve essere trascurato perché viene dal basso, dai fedeli e soprattutto da chi dell’Islam faceva parte e si è convertito al cattolicesimo e ora si sente in qualche modo tradito dall’apertura di Francesco verso il Corano.

In realtà, Papa Francesco non solo ha aperto al Corano, ma prima ancora ha aperto al protestantesimo nella figura simbolo di Martin Lutero che provocò secoli fa quella grande restaurazione conservatrice che passa sotto il nome di controriforma.

Il Papa non ha mai nascosto la sua ammirazione per il Concilio Vaticano II che faceva dell’ecumenismo il suo cavallo di battaglia per superare gli steccati Intrareligiosi cristiani, ma anche interreligiosi verso altre credenze e questo in netta contrapposizione con il Papa onorario Benedetto XVI che vide nell’Islam un avversario del cristianesimo, come si desume dalla lectio magistralis che tenne all’Università di Ratisbona nel 2006.

Il testo della lettera è ricco di riferimenti evangelici, come a ricordare al Papa il suo dovere e detti dello stesso Papa come “Chi non prega Cristo prega il diavolo” per ricordargli le frequenti contraddizioni, ambiguità e fumosità in cui -a loro dire- incappa il suo magistero, ad esempio tra aperture verso gli omosessuali e espulsioni poi dei preti che fanno outing.

La lettera/petizione è un segno di malessere della base, certamente guidata da un dotto ecclesiastico, ma che può risultare estremamente pericolosa per un Francesco già indebolito dalla curia romana che non sopporta le sue aperture continue e il suo protagonismo,

Ricordiamo anche che il vescovo tradizionalista scismatico Monsignor Marcel Lefebre che tanti problemi causò alla Chiesa Cattolica Romana era un francese e che i francesi hanno fatto la famosa rivoluzione, sia pur in campo opposto.

La coincidenza di queste “lamentazioni” con le continue critiche di cardinali ed alte sfere ecclesiastiche segna un periodo di grave difficoltà teologica e secolare di un Papa che dopo l’iniziale successo popolare sembra ora in affanno e invecchiato.

La lettera sembra essere una risposta puntuale ed argomentata anche all’invasione che il Papa, a dire dei contestatori, compie quotidianamente nel campo politico, facendosi il paladino del terzomondismo, dell’emigrazione selvaggia e dei diritti dei migranti.

C’è ora da capire se dietro a tutto questo ci sia solo un semplice sacerdote francese o se la lettera sia il frutto di decisioni nate molto più in alto e cioè nella curia vaticana dissenziente che si rafforza ogni giorno di più.

 

www.giuseppevatinno.it