Via d'Amelio, Fiammetta Borsellino:"Troppi depistaggi sulla morte di mio papà"
Fiammetta Borsellino chiede la verità su via D'Amelio 26 anni dopo la morte del padre
FIAMMETTA BORSELLINO: "TROPPI DEPISTAGGI SULLA MORTE DI MIO PADRE"
"Troppi depistaggi sulla morte di mio padre". E' la denuncia di Fiammetta Borsellino, la figlia del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, che oggi scrive una lettera aperta alla vigilia del 26esimo anniversario. La figlia minore del magistrato pone tredici domande e dice: "Basta con i misteri di Stato: diteci la verità". Nella lettera, pubblicata da Repubblica, Fiammetta Borsellino scrive: "Sono passati 26 anni e ancora aspettiamo delle risposte da uomini delle istituzioni e non solo. Ci sono domande che non possono essere rimosse dall'indifferenza o da colpevoli disattenzioni". Tra le domande di Fiammetta Borsellino, che proprio oggi, alle 14 verrà ascoltata dalla Commissione regionale antimafia all'Ars, c'è quella perché dopo la strage di Capaci "le autorità locali non misero in atto le misure necessarie per proteggere mio padre".
Non solo. "Perché per una strage di così ampia portata fu prescelta una procura composta da magistrati che non avevano competenze", chiede. "Oppure: "Perché via D'Amelio non fu preservata consentendo così la sottrazione dell'agenda rossa di mio padre?". E ancora: "Perché nei 57 giorni fra Capaci e via D'Amelio i pm di Caltanissetta non convocarono mai mio padre?". Poi domande anche sul pentito Scarantino ("perché i pm di Caltanissetta furono accomodanti con le continue ritrattazioni?"), sul mancato verbale di sopralluogo della Polizia con Scarantino "nel garage dove diceva di avere rubato la 126 poi trasformata in autobomba?".