Cronache

Yara Gambirasio, ok alla nuova udienza sui reperti. Difesa: "Pronto terremoto"

La sentenza della Cassazione dà ragione ai legali di Bossetti

Yara Gambirasio, la Cassazione ha accordato a Massimo Bossetti e ai suoi legali una nuova udienza. Verrà riesaminato lo stato di alcuni reperti che inizialmente erano stati giudicati secondari.

Il caso sull’omicidio dell'atleta di Brembate di Sopra, Yara Gambirasio, che il 21 maggio scorso avrebbe compiuto 24 anni, potrebbe infittirsi. La corte di Cassazione si è espressa in modo favorevole a Massimo Bossetti e ai suoi legali, concedendo una nuova udienza davanti alla corte d’assise di Bergamo. Verrà riesaminato lo stato di conservazione di alcuni reperti che la Procura aveva giudicato "scartini". La Cassazione ha dunque annullato il provvedimento con il quale il presidente della Corte d’assise, Giovanni Petillo, aveva dichiarato inammissibile l’istanza. “A questo punto speriamo che si faccia di tutto per accertare la verità e che non ci si accontenti di una verità confezionata”, ha dichiarato uno dei legali di Bossetti, Claudio Salvagni, a Fanpage.it. L’esame dei reperti in questione richiesto dalla difesa potrebbe comportare la revisione della sentenza che ha condannato il muratore di Mapello all’ergastolo per l’omicidio di Yara.

Secondo il legale "se questi reperti fossero stati mal conservati sarebbe un problema e si scatenerebbe un terremoto, terremoto che potrebbe esserci anche qualora noi riuscissimo ad analizzare queste prove perché siamo certi che l'esame del Dna restituirebbe una risposta diversa da quella data in passato finché non ci viene detto ufficialmente che i reperti sono conservati in maniera corretta, è normale nutrire dei dubbi". 

"In caso di risposta positiva da parte dei magistrati", spiega  Salvagni, "effettueremo gli esami veri e propri - continua - per verificare i risultati di questi esami sul Dna, se il risultato del Dna dovesse confermare la nostra tesi, ossia che quel risultato ottenuto al tempo è sbagliato, allora la revisione diventa una conseguenza immediata e diretta". "Bossetti è consapevole che l'unico modo per dimostrare la propria innocenza è l'esame sui reperti e quindi l'esame del Dna, e si tratta di un esame che non è mai stato concesso" conclude Salvagni.