Culture
Chi tace pace! E' nostro il dolore degli ucraini
Ci sono le donne che vegliano per terra, sul petto i bambini, in attesa dei papà che nelle divise sono guardinghi sulle strade
Guerra Ucraina, una poesia per Kiev
È nostro il dolore,
il dolore è male familiare.
È nostro il dolore degli ucraini.
Il cuore è l’aritmia che accelera allo sparo,
rimbombi per le vie delle città dell’Est.
L’aridità è di chi tace pace.
Ucraina di sfumature grigio scuro.
È nostro il colore, ha una tonalità familiare.
La pace è una geografia di altitudini,
di sguardi per lo stesso cielo.
Milano, a duemila centosettantasette chilometri,
da Kiev, la città ad Occidente. È sempre notte
nei sottopassaggi metropolitani di Kiev,
ci sono le donne che vegliano per terra,
sul petto i bambini, in attesa, dei papà
che nelle divise sono guardinghi sulle strade,
che celano agguati, che sperano di salvarsi.
È nostro il dolore,
il dolore è male familiare.
È nostro il dolore degli ucraini,
è una sfumatura di colore che indoviniamo
da lontano. Che cosa o che mostro è la guerra?
Puškin, Marina Cvetaeva, Anna Achmàtova
dove sono finiti? Dove sono i poeti delle visioni?
E Pasternak? Lui, ha scritto "mia sorella la vita."