Culture

Firenze, avveneristica luce laser per ripulire il volto di una mummia

Una mummia umana di Epoca Tolemaica è stata restaurata grazie al Gruppo El.En., società con sede alle porte di Firenze

La luce per ‘pulire’ un volto che ha 2000 anni. Una mummia umana di Epoca Tolemaica è stata restaurata grazie al Gruppo El.En., società con sede alle porte di Firenze, leader mondiale nella produzione di laser per il settore medicale, industriale e del restauro. Questa sorta di ‘maquillage’ al manufatto, che ha permesso di rendere nuovamente visibili i colori del cartonnage dipinto della maschera funeraria, è stata portata a termine con successo presso il centro di restauro della Venaria Reale del capoluogo piemontese. La mummia, avvolta in bende di tela di lino, sarà presto esposta in una teca del Museo Egizio di Torino.

Il ‘lavaggio’ attraverso la luce eseguito, è stato possibile grazie alle peculiari caratteristiche dei laser. “Il restauro con la luce, grazie al laser, ha permesso di evitare tecniche inquinanti o aggressive, come gli acidi - ha spiegato ad Agi Paolo Salvadeo, direttore generale di El.En. - la mummia, sepolta sotto terra, non era ben conservata, proprio perchè non era protetta in una camera. E la terra, sostanzialmente, provoca dei fenomeni di deterioramento su manufatti tali, che si presentano quindi con patine di materiale biologico da rimuovere. Il nostro intervento ha caratterizzato la fase finale del restauro, durato un anno e mezzo circa, durante il quale la mummia è stata sottoposta ad uno screening completo, dalla Tac ai Raggi X. Questa fase diagnostica ci ha permesso di capire quali fossero le criticità - ha proseguito Salvadeo - e quali parti si sarebbero dovute trattare”. La tecnica con il laser utilizzata è, di fatto, una spiecie di trattamento ‘estetico’ vero e proprio. “Si tratta di una sorta di sistema anti-aging, come viene volgarmente definito il laser antinvecchiamento - ha proseguito il dg - per il restauro della mummia ne sono stati utilizzati due. 

Con il primo: caratterizzato da una potenza molto elevata, si sono distrutte le concrezioni che si sono depositate sul manufatto nel tempo. La rimozione più fine, quella interstiziale dei materiali, è avvenuta attraverso l'utilizzo dell’altro laser, studiato per evitare che il bombardamento di luce possa creare fenomeni eccessivamente aggressivi”. Un lavoro estremamente delicato. “Devono essere evitate la distruzione del manufatto, a causa dell’eccessiva potenza del laser, e l’effetto termico, che potrebbe alterare le superfici, schiarendole o ingiallendole. Il risultato - ha spiegato Salvadeo - è un equilibrio di funzionamento, frutto di più di quindici anni di lavoro della nostra azienda”. El.En., attraverso una forma di mecenatismo tecnologico, ha scelto l’arte come settore da tutelare per le generazioni future. In più di venticinque anni, l’azienda ha contribuito a ridare vita a patrimoni universali che, in assenza di interventi, sarebbero andati irrimediabilmente perduti. Sono più di trenta i siti Unesco dove hanno operato questi laser, e migliaia le opere nel mondo che hanno subito un ‘lifting’ contro l’usura del tempo. Al momento, i laser stanno operando in vari siti. “Stiamo lavorando con il museo del Louvre, nonostante la chiusura prolungata a causa della pandemia - ha concluso Salvadeo - e siamo in procinto di fare prove di pulitura propedeutica ad un restauro del palazzo di Westminster, il Parlamento di Londra. Stiamo peraltro valutando di continuare con donazioni ad enti internazionali e nazionali, ma vogliamo privilegiate l’Italia. E per il prossimo futuro, se ci fossero dei progetti particolarmente interessanti che ci possono coinvolgere, sicuramente potremmo valutarli”.