Culture
In mostra a Lecce le palindromie di Francesco Pasca








Di Antonietta Fulvio
Dar forma alle architetture del pensiero giocando con numeri, simboli, immagini: la nuova produzione cromatica di Francesco Pasca, nel segno della figurazione geometrica, parte dal magico quadrato per ricercare in un rincorrersi di pieno e vuoto, tra colori primari e secondari, il verso tipico del palindromo, ovvero "la lettura bi-frontale nel segno del nodo colore..."
Con "Palindromie - verso e senso nel nodo rovescio del colore", a distanza di tre anni dalla personale "In (personale)Out nel tratto di Pantaleone da Casole" nella Galleria "Bernardini", l'artista salentino torna ad esporre a Lecce, questa volta nelle sale dell'ex Conservatorio di Sant'Anna, location dell'evento espositivo realizzato da Il Raggio Verde eventi in collaborazione con il Comune di Lecce.
Cinquantadue lavori, più alcune installazioni, incentrate sul tema del materno e in continuità con la sua ricerca artistica nel segno della figura geometrica primitiva ottenuta con l'uso esclusivo del quadrato. Un gioco di s-composizioni, di costruzioni che si dilatano alla conquista dello spazio, architetture che rimandano a quelle strutturali, e invisibili ad occhio nudo, degli atomi che compongono la materia e che nell'utilizzo della tecnica dell'assemblaggio si espandono per addizione di moduli. Superfici che si aggregano. Moduli che, moltiplicandosi, creano l'opera d'arte. Un richiamo alla capacità esclusiva femminile della maternità che ha insita il segreto della riproduzione cellulare che avviene nell'utero fecondo dove nasce e si costruisce il nuovo essere. Il racconto della genesi dell'opera e un invito alla contemplazione e un rimando alla laboriosità delle donne che un tempo abitarono le stanze del Conservatorio, scegliendo la dimensione della vita privata lontana dagli sguardi della mondanità, il rigore della vita monastica.
"Ho scelto questo luogo perché ottempera e si coniuga a quel marcato senso spaziale ed architettonico e ne fa l'ulteriore sintassi formale necessaria per il conseguimento del suo senso-verso cromatico." Spiega lo stesso artista. E il cromatismo, insieme alla sintassi singlottica, è elemento chiave della sua ricerca e sperimentazione. Nato a Sanarica, a pochi passi dalla bizantina Abbazia di Casole, ma cittadino di San Pietro in Lama, Francesco Pasca dipinge dal 1963 assumendo connotazioni che spaziano dal neocostruttivismo all'informale per poi giungere ad una neofiguratività caratterizzata da citazioni materiche e segniche. Negli anni Ottanta, parallelamente all'adesione al Gruppo Granma, aderisce al Manifesto della Singlossia che lo vede protagonista di performance poetiche a Milano come a Palermo con Rossana Apicella, Ignazio Apolloni, Michele Perfetti, Eugenio Miccini e tanti altri. Attento esponente dei Linguaggi Poetici Visivi, dedica la sua esperienza alla pittura e alla progettazione detta: "della Singlossia nel racconto".
In questo progetto espositivo sul filo della continuità Francesco Pasca si diverte a mettere insieme il razionale e l'irrazionale , forme geometricamente perfette e segni primitivi, figurazioni astratte e proporzioni matematiche, ordine e caos, colori e parole. La singlossia e la complementarietà dei linguaggi espressivi, visivo e verbale, sono indispensabili ai fini della comprensione di ciascuna sua opera, pittorica o letteraria perché Pasca è pittore e poeta, scrittore e matematico capace di interpretare il codice binario con la stessa disinvoltura con cui scrive. Per lui è imprescindibile il legame con la parola, a cominciare dal termine che è connotazione del suo stesso cognome - la scritta Pasca che compare in uno dei medaglioni del mosaico di Pantaleone che occupa il quadrato del transetto della Cattedrale di Otranto e che egli assume quasi a firma dei suoi lavori. Lavori che nascono sempre da un'attenta e complicata analisi concettuale che non tralascia tanto l'immaginazione quanto il rigore matematico.
Il campanile di Sanarica, le tessere musive del mosaico di Pantaleone, il nodo salomonico, il patapesce, il quadrato diventano s-oggetti d'arte, elementi architettonici da incastrare, sovrapporre, da impregnare di colore o da lasciare in trasparenza grazie ad una tecnica pittorica che unisce insieme il digitale, la fotografia e la sua elaborazione, il collage, gli stucchi e il colore puro. Opere che alla stregua di "tessere" si compongono in moduli-mosaici nei quali per chiunque è possibile rintracciare il personale albero della vita, il proprio palindromo del tempo.