Culture
"Geopolitica dell’infosfera", da ChatGPT ai robot: il libro-guida del digitale
Su Affari la recensione esclusiva di “Geopolitica dell’Infosfera”, la nuova fatica editoriale di Paolo Savona e Fabio Vanorio, edita da Rubbettino
Il Capitolo VIII (“L’importanza della “digitalizzazione” nel Nuovo Ordine Mondiale”) introduce una importante interrelazione tra trasformazione tecnologica e teoria del commercio internazionale. Gli Autori, infatti, evidenziano come “un importante attributo del nuovo ordine” sia “la riconsiderazione dei pro e dei contro associati all’interdipendenza e, in termini relativi, una maggiore tendenza degli Stati sia a trasformarla in un’arma, sia a cercare di ridurre la loro vulnerabilità in tal senso, riportando le produzioni nei luoghi di consumo.”
La globalizzazione digitale riporta, dunque, all’attenzione le caratteristiche geografiche della Terra e dello spazio, importanti nell’identificare minacce, vulnerabilità e rischi correlati. La garanzia che le informazioni ideate, elaborate, archiviate, e diffuse dagli esseri umani non vengano intaccate nella loro integrità e siano disponibili per coloro che hanno il diritto di accedervi, è argomento diffuso nel libro. In particolare, viene posto il confronto tra Big Data per la sorveglianza (con l’esempio del capitalismo di sorveglianza) e Big Data per la rinascita intellettuale (aprendo ad usi superiori dell’intelletto umano e liberando la conoscenza umana dall’arbitrarietà soggettiva).
Geopolitica dell’Infosfera è un libro che si pone come obiettivo proprio l’avvio di un nuovo “Illuminismo informativo”, realizzato a partire da una società metrica. Gli autori, infatti, sembrano spesso sarcastici nei confronti della classe politica e della classe dirigente, pubblica e privata, le quali considerano “l’innovazione tecnologica eccessivamente avanzata e non strettamente necessaria ai loro fini di (presunto) benessere collettivo”. In realtà, dette classi “vedono lo strumento tecnologico come un rischio di dover abdicare dai ruoli di governo dell’umanità per la loro incapacità di gestirlo direttamente”. Un argomento indubbiamente forte che susciterà dibattito, anche se a fronte del quale sembra esserci scarsa evidenza che dimostri il contrario.