Culture

Moretti è tornato alle origini. Accuse alla sinistra e l’odio dei sabò

di Simone Rosti

Il sol dell’avvenire è quasi perfetto

Un film nel film dove sono dispensate tutte le ossessioni di Moretti

 

Con il Sol dell’Avvenire Moretti è tornato alle origini. Ed è un ritorno che vale doppio, il film infatti ne contiene altri. Un film nel film dove sono dispensate tutte le ossessioni di Moretti, dalla sinistra alle sue più assurde paranoie (come l’odio dei sabò). È anche un film che sembra un testamento dove prevale la vena nostalgica fra canzoni cinguettanti e la crociata contro Netflix. Intanto gli anni passano, gli amori finiscono senza che ce ne accorgiamo e non resta che danzare (ricordando Battiato) immaginando un passato diverso, come ad esempio la sinistra italiana che avrebbe potuto smarcarsi dalla Russia dopo l'invasione in Ungheria nel ‘56, cosa che non fece. Sembra essere un invito anche alla sinistra di oggi imbambolata da una destra straripante che le ha scippato il feeling della gente.

Nel film di Moretti c’è tanto altro, come la denuncia della deriva violenta fine a se stessa nel cinema di oggi, inutilmente perché la realtà è molto peggio, anche qui il regista ci regala una scena memorabile interrompendo il film nel film che la moglie sta girando. Correte a vedere Il Sol dell’Avvenire che ci restituisce un cinema genuino, solo apparentemente datato, pieno zeppo di ilarità e di leggerezze ma che fra le righe nasconde temi serissimi. Un’opera piena di tributi e di innesti geniali (Corrado Augias, Renzo Piano, una tentata conversazione con Martin Scorsese), un vero inno al cinema, quello mai banale e lontano anni luce da produzioni stereotipate che devono piacere in 190 paesi (come le produzioni di Netflix, anche qui una scena memorabile). Se non il miglior film di Moretti, senza dubbio fra i suoi più riusciti che confermano la caratura artistica di un regista amato sia dai festival che dal pubblico.