"Parole in gioco. Per una semiotica del gioco linguistico" (Ed. Bompiani)
A Milano la presentazione di "Parole in gioco" di Stefano Bartezzaghi (Ed. Bompiani)
Non c'è lingua e non c'è epoca in cui non si sia giocato con le parole: troviamo giochi di parole nei testi più solenni di religioni, letterature, filosofie. Sono una dimensione comune a tutti: dagli analfabeti ai premi Nobel. Ed è proprio dalla classicità e dal folklore che la cultura di massa ha ripescato le più curiose ed enigmatiche combinazioni linguistiche per adattarle alla contemporaneità. Dall'enigmistica alla pubblicità, dalla satira ai tweet, la lingua mette in gioco le parole in modo che ci avvincano ancora prima che convincerci. In queste pagine Stefano Bartezzaghi ci spiega la natura di queste scintille dell'intelligenza e ci invita ad appropriarcene.
L'AUTORE
Stefano Bartezzaghi (Milano, 1962) è docente di Semiotica e di Teorie della Creatività e direttore del master di giornalismo alla Iulm di Milano; collabora con “la Repubblica” e dirige “Il senso del ridicolo”, festival di Livorno sull’umorismo. Ha pubblicato diverse raccolte di giochi linguistici, enigmistici e letterari, e ha scritto la prima storia del cruciverba, L’orizzonte verticale (2007). Ha curato e commentato la nuova edizione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau, nella classica traduzione di Umberto Eco (2001). Fra i suoi libri più recenti ricordiamo Dando buca a Godot. Giochi insonni di personaggi in cerca di autore (2012), Anche meno. Viaggio nell’italiano low cost (2013), M. Una metronovela (2015) e La ludoteca di Babele. Dal dado ai social network: a che gioco stiamo giocando? (2016).
Il Rigoletto/ Ecco come si gioca con le parole: clicca qui per leggere l'introduzione del libro