Culture
Philippe Daverio narratore d'arte, la mostra-tributo ad Angera
La prima mostra-tributo a Philippe Daverio dal 13 settembre al Kapannone dei Libri di Angera: all'inaugurazione la moglie Elena e il figlio Sebastiano Daverio
La prima mostra-tributo a Philippe Daverio, una delle voci più note del mondo dell'arte scomparso un anno fa, si terrà dal 13 settembre al 29 ottobre al Kapannone dei Libri di Angera (Varese), con l'inaugurazione il 10 settembre, alle ore 18, con la moglie Elena e il figlio Sebastiano Daverio, l'antiquario Carlo Orsi e l'editore Massimo Vitta Zelman.
L'esposizione dal titolo Philippe Daverio narratore d'arte si sviluppa a partire da una grande varietà di Libri, cataloghi e saggi da lui scritti e a lui dedicati, insieme ad una variopinta moltitudine di memorabilia e oggetti curiosi provenienti dalla sua biblioteca-studio di Milano, una vera e propria Wunderkammer dell'arte.
Con la fondamentale collaborazione della moglie Elena e del figlio Sebastiano, spiega l'ideatore Andrea Kerbaker a Adnkronos, "portiamo un po' della magia di quel luogo al Kapannone dei Libri, per restituire al pubblico alcune delle storie che Daverio sapeva magistralmente raccontare e ricordarlo a un anno dalla sua scomparsa".
"Non so bene quando Philippe è comparso nella mia vita. Il giorno prima non c'era, il giorno dopo sì; ma era come se ci fosse sempre stato, con la sua cultura cosmopolita, capace di abbracciare tutto, ma mai ostentata", dice Kerbaker. "Dedicargli una mostra, la prima da quando ci ha lasciati (troppo presto, accidenti) significa certamente organizzare un tributo all'amicizia, ma soprattutto restituire al pubblico il suo sguardo sempre appassionato".
La passione per l'arte e la cultura di Daverio prescinde dal suo percorso accademico - iniziato a Economia e Commercio in Bocconi e mai terminato - ma trova sbocco fin dalla giovane età. Daverio esordisce infatti nel mondo dell'arte come gallerista all'età di 26 anni; tre gli spazi da lui inaugurati: la Galleria Philippe Daverio, aperta nel 1975 a Milano, a cui segue quella di New York nel 1986, e di nuovo a Milano nel 1989.
In mostra testimoniamo questa attività grazie ai cataloghi - ormai introvabili - delle prime esposizioni in galleria e ad alcune fotografie del periodo newyorkese. Questo amore, questa vocazione, è senza dubbio la ragione dell'instancabile attività di divulgazione da cui scaturiscono indimenticabili collane come quelle per Rizzoli (tra cui Il museo immaginato) e Il Corriere della Sera (La storia dell'arte raccontata da Philippe Daverio).
In mostra tanti di questi volumi, con le loro traduzioni che toccano ogni lingua del globo, dall'inglese allo spagnolo fino al coreano e al giapponese. Non solo libri: innumerevoli gli appuntamenti culturali di cui si fa promotore, che passiamo in rassegna grazie a locandine e manifesti, oltre alle trasmissioni televisive che lo hanno coinvolto sia in veste di conduttore che di ospite. Momenti cult per la cultura sul piccolo schermo che ci divertiremo a ripercorrere in mostra grazie a spezzoni e video-interviste.
Un mezzo, quello televisivo, al quale Daverio non si è certo sottratto, nella convinzione che l'arte è per tutti e a tutti va raccontata; basterà ricordare un episodio: la passeggiata insieme al Gabibbo per le sale di Palazzo Reale a Milano, dove nel 2001 era in corso una mostra dedicata a Picasso.
Queste occasioni decisamente pop e le tante affermazioni in controtendenza lo hanno reso un intellettuale sui generis, molto amato dal pubblico. Un personaggio fuori dal coro anche per l'abbigliamento eccentrico e l'eleganza d'altri tempi, cifra distintiva che lo rende tra i testimoni della cultura dandy nel mondo scelti nel curioso libro We Are Dandy: The Elegant Gentleman Around the World.
Un sapere trasversale il suo, che lo ha sempre messo in contatto con professionisti di tutti gli ambiti culturali, dei quali possiamo piacevolmente recuperare le tracce in mostra, grazie ai tanti libri che gli hanno dedicato i personaggi più diversi, da Amanda Lear e Tullio Pericoli a Giorgio Forattini e Giorgio Bocca.
Insieme a questi anche tanti oggetti curiosi dalla sua biblioteca-studio milanese, come ritratti a lui dedicati (uno di Ruggero Savinio), lampade liberty, suppellettili stravaganti, e molte riviste, italiane e straniere, che ne testimoniano la partecipazione a numerose occasioni di dibattito culturale.
Come un'intervista del 2010 sul Giornale dell'Arte, in cui si ricorda - con tanto di fotografia - l'omaggio di Daverio e della moglie Elena ad Alberto Sordi che, in occasione della 53/a Biennale di Venezia vestono i panni della coppia di improbabili visitatori dell'Esposizione, tratta dal film Le vacanze intelligenti.