Culture
Van Gogh, El Greco e Goya: tre mostre imperdibili a Milano
Vincent Van Gogh al Mudec – Museo delle Culture, El Greco e Goya a Palazzo Reale
Per vedere l’ultima mostra che consigliamo in questo articolo dovrete spostarvi al MUDEC – Museo delle Culture, dove accanto alle collezioni permanenti si trovano in questo momento alcune esposizioni temporanee, tra cui segnaliamo Rodin e la danza, ma soprattutto Vincent Van Gogh. Pittore colto. Inaugurata lo scorso 21 settembre, la mostra si protrae fino al 28 gennaio, a cura di Francesco Poli con Mariella Guzzoni e Aurora Canepari. Fondamentale è la partnership con il Museo Kröller-Müller di Otterlo (Paesi Bassi), che possiede una straordinaria collezione di dipinti e disegni del pittore olandese, seconda solo a quella del Van Gogh Museum di Amsterdam. È grazie a questo sodalizio se sono giunte in Italia circa 40 delle opere esposte, tra cui capolavori come gli studi di teste e figure per I mangiatori di patate, i disegni di cucitrici e spigolatrici della fase olandese, il Moulin de la Galette, Autoritratto, Frutteto circondato da cipressi, Veduta di Saintes-Marie-de-la-Mer, Paesaggio con covoni e luna che sorge, Covone sotto un cielo nuvoloso e molti altri. La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE ed è promossa dal Comune di Milano Cultura con il patrocinio dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, oltre a vedere come Institutional Partner la Fondazione Deloitte.
Vincent van Gogh; "Autoritratto"; 1887; Olio su cartone; Kröller-Müller Museum, Otterlo
Decisamente originale e interessante è il taglio che si è deciso di dare all’esposizione, ponendo in primo piano i collegamenti tra Vincent Van Gogh e tre elementi decisivi che influenzarono in maniera evidente le sue creazioni: l’ammirazione per il pittore Jean-François Millet, che egli prese a modello sia in quanto artista sia nella veste immaginaria di padre; il rapporto con i libri e dunque il forte amore di Van Gogh per la lettura, in più lingue; la passione per l’Oriente e in particolare il Giappone. Queste linee conduttrici portano all’attenzione del visitatore una vasta gamma di “oggetti” in dialogo con i quadri del tormentato genio olandese: prime edizioni di libri amati da Van Gogh o di cui egli parla nelle Lettere a Theo, altri volumi di cui si è servito per ritrarli in primo piano o sullo sfondo, una nutrita collezione di stampe giapponesi con alcuni dei nomi più celebri (da Hokusai a Hiroshige), tomi da collezione con illustrazioni floreali e orientali, numerose riproduzioni di opere e due schermi su cui scorrono i vari autoritratti dell’artista. Inoltre, nella prima sala sono presenti opere di Jean-François Millet, mettendo bene in evidenza come all’inizio della sua carriera Van Gogh si esercitasse copiando proprio i quadri del suo beniamino, realizzando bozzetti e schizzi su taccuini qui esposti all’interno di apposite teche.
Utagawa Hiroshige (1797-1858); "Sull’isola di Enoshima nella provincia di Sagami"; 1833; Stampa xilografica policroma; © Museo d’Arte Orientale E. Chiossone, Comune di Genova
Dunque una mostra che consigliamo anche a chi già conosce bene Van Gogh, poiché lo esplora da un punto di vista inedito, mettendo in rilievo i legami più o meno turbolenti che egli strinse nella sua vita, le sue passioni e anche le ossessioni. La letteratura in quanto elemento chiave manifesta l’importanza della cultura nella vita dell’artista e ne fa emergere quell’aspetto intimo, profondo, disciplinato, curioso che forse non sempre viene sufficientemente raccontato, a fronte della sua fama di anima tormentata. Inoltre, scaturisce con prepotenza l’interesse e l’empatia del pittore per gli ultimi, i poveri, gli sfortunati, ai quali fu vicino per la sua intera esistenza. Non ultimo, lo sguardo all’Oriente apre a nuovi orizzonti, creando un ponte tra due società – quella europea dell’epoca e quella giapponese – molto diverse, ma non per questo incapaci di dialogare tra loro. L’idea di introdurre questi elementi significativi nella mostra Vincent Van Gogh. Pittore colto, sottolineandone proprio l’aspetto dello studio e della ricerca, è dei curatori: lo storico dell’arte professor Francesco Poli; Mariella Guzzoni, ricercatrice e curatrice del fil rouge Van Gogh. Vivere con i libri, che si articola lungo tutta la mostra; Aurora Canepari, conservatore responsabile del Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e curatrice della sezione Van Gogh: il sogno giapponese. Da Parigi alla Provenza.
Vincent van Gogh; "I mangiatori di patate"; 1885; Litografia su carta; Kröller-Müller Museum, Otterlo