Culture

“We Live in Time – Tutto il tempo che abbiamo”: il film di John Crowley tra dramma e scene comiche

È appena arrivato in Italia distribuito da Lucky Red ed è nelle sale con Florence Pugh ed Andrew Garfield

di Chiara Giacobelli

“Sono colpevole di voler guardare al futuro invece di guardare ciò che ho davanti a me, cioè te”. Questa frase, pronunciata dal protagonista di We Live in Time - Tutto il tempo che abbiamo, sintetizza perfettamente il significato del film diretto John Crowley: una storia d’amore e perdita, in cui il tempo non è solo una cornice narrativa, ma un elemento vivo che modella e trasforma i destini.


 

Presentato in anteprima mondiale il 6 settembre 2024 al Toronto International Film Festival, il film è uscito nelle sale nord-americane l’11 ottobre dello stesso anno, mentre in Italia, distribuito da Lucky Red, è approdato sugli schermi il 6 febbraio scorso. Noi di Affaritaliani.it lo abbiamo visto in lingua originale al Cinema Gabbiano di Senigallia, dove è tuttora in programmazione.
Ad interpretare i protagonisti, Tobias Durand e Almut Brühl, troviamo due dei volti più brillanti del cinema contemporaneo: Andrew Garfield e Florence Pugh. La sceneggiatura è firmata da Nick Payne, già noto per la sua capacità di esplorare con delicatezza e profondità le dinamiche emotive delle relazioni umane.

La storia prende il via da un evento apparentemente banale, ma carico di conseguenze: Tobias, rappresentante della Weetabix, sta cercando una penna per firmare i documenti del suo divorzio quando viene investito dall’auto di Almut, un’ex pattinatrice artistica divenuta chef di cucina fusion. Da questo incidente scaturisce una conoscenza destinata a diventare un legame indissolubile.
La loro relazione cresce rapidamente, tra momenti di passione e conflitti, fino a quando la malattia di Almut, un cancro alle ovaie, introduce un ostacolo insormontabile. La giovane donna si trova di fronte a una scelta difficile: sottoporsi a un trattamento invasivo che potrebbe prolungarle la vita ma ridurne la qualità, oppure vivere i suoi ultimi mesi nel modo più intenso possibile (si tratta peraltro di una recidiva, come scopriremo nelle scene successive). Questo dilemma esistenziale attraversa tutto il film, con Tobias che, tra esitazioni e paure, cerca di accompagnarla nel percorso più giusto per entrambi.


 

Uno degli aspetti più apprezzati della pellicola, sia dal pubblico che dalla critica, è stata la straordinaria alchimia tra Garfield e Pugh, che offrono interpretazioni intense e sfumate, in grado di trasmettere con autenticità ogni sfaccettatura dell’amore, così come del dolore. Su Rotten Tomatoes We Live in Time ha ottenuto il 79% di recensioni positive, con un punteggio medio di 7/10, mentre su Metacritic ha raggiunto un 59/100.
Il film è stato anche paragonato da alcuni a classici del genere come Voglia di tenerezza e Love Story, ma si distingue per la sua narrazione non lineare, che alterna passato e presente, creando un effetto di sovrapposizione temporale capace di riflettere efficacemente il modo in cui i ricordi e le esperienze si intrecciano nella vita di una coppia.

John Crowley, già noto per Brooklyn e Il cardellino, dimostra ancora una volta il suo talento nel raccontare storie intime con un respiro cinematografico ampio e raffinato. La sua regia si pone al servizio dei personaggi, lasciando che siano le loro emozioni a guidare il ritmo del racconto.
La fotografia di Stuart Bentley gioca un ruolo cruciale nel definire l’atmosfera del film, alternando la luce calda e avvolgente dei momenti di felicità alle tonalità più fredde e malinconiche delle scene di dolore. Londra, con i suoi quartieri meno battuti dal cinema, diventa uno sfondo vivo e palpitante, mentre le sequenze ambientate in Italia, durante la competizione culinaria a cui partecipa Almut, aggiungono un tocco visivo evocativo e vibrante.


 

Florence Pugh ha raccontato ad Elle Canada di essersi sentita profondamente legata al ruolo di Almut, al punto da considerare il film un’esperienza quasi terapeutica: “Ho sempre desiderato interpretare una storia d’amore autentica, in cui i personaggi affrontano sfide reali. Quando ho letto la sceneggiatura, ho capito che era un’opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire. È stato un viaggio emotivo intenso, ma anche incredibilmente gratificante”.
Andrew Garfield, dal canto suo, ha rivelato a Vanity Fair quanto la pellicola abbia toccato corde molto personali: “Il film parla di perdita, ma anche di come trasformare il dolore in qualcosa di significativo. Ho vissuto un lutto importante negli ultimi anni e recitare in We Live in Time mi ha permesso di esplorare queste emozioni in un modo che non avevo mai fatto prima”.

È spettato invece al regista John Crowley sottolineare come l’alternanza tra dramma e leggerezza sia senza dubbio un elemento chiave del progetto, peraltro compresa e lodata da buona parte della critica. “Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono reso conto che non era solo una storia struggente, ma anche un racconto sulla bellezza della vita, sulle piccole gioie quotidiane che spesso diamo per scontate. È stato un equilibrio difficile da trovare, ma grazie a Florence e Andrew tutto ha preso vita in modo naturale” ha detto Crowley al British Film Institute.

We Live in Time è quindi un’opera che parla di amore e perdita, ma soprattutto della capacità umana di trovare un senso nel tempo che ci è concesso. Grazie a una narrazione emozionante, interpretazioni magistrali e una regia sensibile, il film si afferma come una delle storie più intense e toccanti dell’anno, capace di lasciare nello spettatore una riflessione profonda sul valore di ogni singolo istante.