Economia

Acciai Speciali Terni in vendita, Arvedi e Marcegaglia possibili acquirenti

Dopo la conferma di AST sull'intenzione di voler vendere, arrivano i primi interessamenti all'acquisizione. In particolare, le italiane Marcegaglia e Arvedi

Al momento Terni dà lavoro a 2.300 persone e produce ogni anno acciaio speciale piano (con leghe particolari, a partire dall’acciaio inox) per un milione di tonnellate. Da notare: a Terni alla produzione tout court sono affiancati reparti che si occupano di lavorazione e forgiatura. Ast ha chiuso il bilancio 2020 in rosso per 151 milioni di euro.

Il bilancio per il periodo che va da settembre 2020 a settembre 2021 sarà presentato a ottobre. Anche in questo caso è attesa una chiusura in perdita anche se nell’ultimo trimestre Thyssen Krupp nel suo insieme ha ritrovato l’utile operativo trimestrale grazie al balzo delle quotazioni dell’acciaio, salito del 40% in tre mesi fino a sfiorare i 1.890 dollari alla tonnellata a fine luglio.

Il risultato prima degli interessi e delle tasse dell’ultimo trimestre (Ebit) è stato positivo per 266 milioni, in netto miglioramento rispetto al rosso del trimestre precedente (-220 milioni) anche grazie «all’aumento dei prezzi dell’acciaio lavorato e inox», spiega il Gruppo guidato da Martina Mertz, una delle donne più influenti dell’industria tedesca.

Di certo la congiuntura di mercato che ha fatto lievitare i prezzi dell’acciaio agevola la vendita di Ast. Nonostante la stazza di Baosteel (il maggior produttore cinese di acciaio) e dei coreani di Posco (quinti produttori al mondo), gli operatori del settore scommettono che la partita per Ast si giocherà tutta tra Mantova (Marcegaglia) e Cremona (Arvedi).

Per Marcegaglia, specializzata nella lavorazione dell’acciaio, l’acquisizione di un produttore come Ast è un’ottima occasione per realizzare un’integrazione verticale cercata da tempo e per creare un campione nazionale ed europeo dell’acciaio inox (Marcegaglia ha già uno stabilimento a Forlì).

Per Arvedi, che sta ora cimentando con il rilancio del sito di Trieste, sarebbe l’occasione per completare l’offerta di prodotti e dare seguito all’ambizioso piano di investimenti confermato nell’ultimo bilancio. Certo, chi acquisirà il sito dovrà farsi carico degli investimenti necessari a rinnovare gli impianti.