Economia

AI, le magnifiche 7 Big Tech perdono in un mese 4,5 trilioni di dollari di capitalizzazione

di Daniele Rosa

Gli analisti preoccupati per una possibile recessione americana

AI, rallentano le 7 Big Tech

I grandi Big Tech americani sono da qualche tempo sotto i riflettori degli analisti per la redditività nel medio termine. Redditività che potrebbe essere messa in discussione dai forti investimenti sull’Intelligenza Artificiale. Proprio per questo i grandi sette dal 10 luglio hanno perso 4,5 trilioni di dollari di capitalizzazione (4,1 trilioni di euro). In pratica la somma del valore borsistico di Alphabet e Nvidia. Dato che  i risultati del trimestre passato di sei Big ( in attesa degli ultimi dati di Nvidia)  non sono stati in linea con le previsioni. all’inizio della settimana la perdita è stata di un miliardo dei dollari di capitalizzazione in totale. Nvidia ( in ritardo sulle riconsegne di chip previste) e Apple ( per la cessione di Warren Buffett -Berkshire Hathaway che ha ridotto di quasi il 50% la partecipazione nel produttore di iPhone) hanno perso rispettivamente il 6,3% e il 4,8%. Tesla, Amazon e Alphabet sono calate oltre il 4%, Microsoft del  3% e Meta oltre il 2%. L’indice Bloomberg Magnificent 7 è crollato al livello più basso dal 2015.

 

AI, perdite contenute su Nasdaq e S&P grazie al settore dei servizi

In questa bufera l'S&P 500 e il Nasdaq hanno contenuto i crolli grazie ai buoni dati sul comparto dei servizi dove hanno brillato le aziende del settore artistico, dell’intrattenimento e del tempo libero, di ristorazione e B&B. Al centro della bufera Nvidia che ha dovuto ritardare di tre mesi la produzione del nuovo microchip AI. Questo ritardo potrebbe colpire clienti del calibro di Meta Platforms, Google e Microsoft. La corsa verso capitalizzazioni”monstre” delle Big Tech sembra essersi rallentata nel mese passato. Gli investitori sembrano preoccupati dei raggiungimento di obiettivi molto sfidanti. La crescita anno su anno degli utili delle aziende tecnologiche è rallentata fino a raggiungere quasi il 30% nel secondo trimestre, rispetto al 50% del periodo precedente. Gli analisti prevedono un rallentamento ancora maggiore, al 17%, nel terzo trimestre. Sopra tutto questo le ultime preoccupazioni su una possibile recessione americana. Una preoccupazione condivisa anche dalla Fed  che  si è affettata a immaginare possibile un taglio dei tassi più robusto a settembre. Un ritorno dalla ferie con importanti novità.