Economia
Alitalia, Capone (Ugl): "Lufthansa preoccupa. Meglio il fondo Cerberus"
Paolo Capone, il segretario generale dell'Ugl,che ha appena deciso di ricandidarsi per un altro mandato, interviene sui temi caldi come Alitale e manovra
Trattative serrate per Alitalia e girandola di incontri dei commissari guidati da Luigi Gubitosi per stringere il cerchio. I commissari del governo sono volati a Francoforte per approfondire il discorso con Lufthansa, la pista più concreta e seria rispetto a quella di EasyJet e del fondo Cerberus, almeno a giudizio del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, a patto che "i tedeschi alzino un po' la posta", dice il titolare del Mse. Qual'è il giudizio del sindacato Ugl sull'offerta della compagnia di bandiera teutonica? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Paolo Capone, il segretario generale che ha appena deciso di ricandidarsi per un altro mandato. "Innanzitutto va verificato il piano industriale di Lufthansa e se corrisponde a quanto trapelato dalle recenti indiscrezioni qualche preoccupazione la desta".
Perché?
"I tedeschi non sono interessati per nulla alla parte handling e anche su quella del personale in volo hanno segnalato l'esigenza di procedere con dei tagli".
Certo, ma anche il piano originario per l'Alitalia approvato al Ministero delllo Sviluppo con i sindacati all'inizio del 2017 e poi bocciato dai lavoratori col referendum li prevedeva...
"Esatto, il problema è verificare quanto Lufthansa che ha altri interessi di mobilità sia compatibile per la mobilità in Italia”.
E cioè?
“E’ vero che Alitalia non è più la compagnia di bandiera dal momento che è stata privatizzata, il problema vero è che visto che buona parte del Pil del nostro Paese si basa sul turismo ha bisogno di un partner industriale e di una proprietà dell’aviolinea che tenga conto delle esigenze dell’Italia. La compagnia non deve diventare semplicemente un trampolino di lancio verso i Paesi del Sud piuttosto che il fornitore degli slot con cui Lufthansa può aumentare il suo grado di copertura con i voli qui da noi che rappresentiamo un mercato interessante”.
Quindi fra il fondo Cerberus, Easyjet e Lufthansa, chi vorrebbe come proprietario dell’Alitalia?
“Sarei favorevole alla soluzione che garantisce maggiormente gli interessi del Paese. Aspetto che si capirà dal tipo di piano industriale che gli offerenti metteranno in campo. Da questo punto di vista, Lufthansa qualche problema lo crea. Meno del fondo Cerberus che pur essendo un partner finanziario e quindi meno operativo ha concesso alcune aperture sull’aspetto della partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa che è un approccio giusto. Easyjet, infine, è un vettore low cost. Sarebbe interessante capire che fine fa l’esperimento di un vettore low cost che diventa compagnia a prezzo pieno”.
Capitolo innalzamento età pensionabile ed esenzione delle categorie speciali. Qual è la vostra posizione sulla proposta del governo Gentiloni?
“Siamo contrari. Faremo una mobilitazione, come la Cgil, articolata sul territorio e sulle nostre strutture”.
Perché?
“Il problema vero è la mancanza di una valutazione di impatto sociale dell’adeguamento dell’età pensionabile nella riforma Fornero all’aspettativa di vita, che, per esempio, lo scorso anno è diminuita di tre quattro-mesi senza dar luogo a discussioni ulteriori per bloccare l’adeguamento. A 67 anni anche il lavoro più confortevole può essere umiliante. C’è poi il discorso della guerra fra generazioni che si innesca nei meccanismi di ingresso e uscita dal mercato del lavoro. Conflitto di cui non abbiamo assolutamente bisogno”.
E per quanto riguarda le categorie scelte per cui sono state previste le modifiche?
“Contesto le valutazioni che sono state fatte. Non so quanto oggettive e scientifiche, anche sulla base dell’incidenza degli infortuni nelle diverse categorie, siano state. Credo che si sia trattato di un intervento esclusivamente elettorale ”.
E cioè? Può far un esempio?
“Le maestre d’asilo sono state incluse nelle categorie speciali. Mentre quelle elementari sono state esclude. Perché? Vogliamo poi parlare dell’esclusione della categoria delle guardie giurate quando invece quelle appartenenti al trasporto pubblico sono stare al contrario giudicate legittime del beneficio?”.
Perché Cisl e Uil, invece, hanno detto sì a Gentiloni?
“Vedo queste due sigle molto appiattite sulle posizioni del governo negli ultimi tempi. A prescindere dall’attenzione che meritano i lavoratori che rappresentano. Non vorrei fossero delle marchette elettorali che stanno scontando. C’è molta poca attenzione. La Cisl non ha fatto neppure mezza giornata di sciopero sull’Articolo 18. In questo Paese si sta smantellando il welfare”.
La legge di bilancio sta per passare alla Camera dopo la fiducia al Senato che arriverà a breve. Qual è il suo giudizio complessivo sull’ex Finanziaria?
“E’ una manovra che non interviene su elementi strutturali e continua a elargire una serie di mance pre-elettorali”.
Considerando i vincoli europei e le eredità del passato come le clausole di salvaguardia, si poteva agire in maniera diversa?
“Assolutamente sì. Si sono destinate le risorse maggiori a garanzia del non aumento dell’Iva che però non è un intervento strutturale. Il grande problema dell’Italia è che nel mondo del lavoro non si osserva un miglioramento della situazione pari a quella che i dati statistici sul Pil sembrano dirci. Nell’economia reale non resisto un processo di redistribuzione e uno sviluppo a 360 gradi. Non serve a nulla registrare effervescenza dell’export senza creare occupazione. Alla fine la domanda interna resta immobile. Misuro infine, la ricchezza di un Paese anche nel welfare che questo riesce a sostenere”.