Alitalia, LCdM pensa all'addio. Alle banche non piace il piano Ball. Rumors
Secondo le indiscrezioni, Intesa e Unicredit non sarebbero del tutto convinte del piano messo a punto dall'amministratore delegato per rilanciare Alitalia
Bocciato anzi rimandato al mittente. Mentre la casa madre Etihad è pronta ad allargare gli accordi con Lufthansa è pronta ad allargare gli accordi su servizi e manutenzione (già collaborazione sulle rotte in code sharing) il piano messo a punto dall'amministratore delegato Cramer Ball per rilanciare Alitalia,secondo le indiscrezioni, non piace al consulente Roland Berger che, per conto delle banche azioniste ma anche di Etihad, ne sta analizzando la fattibilità e la sostenibilità economica. Il documento di 158 pagine così come è stato strutturato dal Ceo della compagnia sembrerebbe da rifare o quasi. Secondo le prime valutazioni di Intesa e Unicredit, che sono in continuo contatto con l'advisor industriale, sono molti i punti da modificare.
Nel mirino c'è soprattutto un dato, cruciale però per il salvataggio della compagnia. I risparmi previsti - si parla di 150 milioni all'anno - sono ampiamente al di sotto di quelli necessari per tenere in piedi la compagnia senza continue e onerose iniezioni di liquidita'. Solo a marzo sono previsti altri 590 milioni per dare ossigeno al vettore, dopo i 472 già sborsati a fine dicembre che, grazie all'intervento del presidente Luca Cordero di Montezemolo, hanno evitato in extremis di portare i libri in tribunale. Poco prima del week end proprio Ball sarebbe andato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per ottenere un supporto, probabilmente sul fronte degli esuberi e quindi degli ammortizzatori sociali.
In sostanza per le banche, che vogliono risparmi e tagli almeno in linea con le perdite stimate, bisogna fare molto di più, altrimenti il traguardo del break even diventerà anno dopo anno un miraggio. Ci sono dubbi anche sulla divisione in due della compagnia. Da un lato la low cost, con spese allineate su quelle di Ryanair, dall'altra l'Alitalia "tradizionale", per il lungo raggio.
Difficile, dicono fonti vicine al dossier, che i sindacati accettino una riduzione netta, si parla del 30-40% per gli stipendi di piloti e hostess, senza scatenare una protesta. Bene invece il giro di vite sui fornitori, gli handler ad esempio, con tagli ai costi del 20-30% come chiesto esplicitamente da Alitalia. Anche se condivisa la sforbiciata ai costi del leasing appare comunque di complessa attuazione, cosi' come il taglio di 1.400 dipendenti è considerato "un sacrificio minimo" per continuare a volare. Va da se che l'insoddisfazione per il piano Ball mette a forte rischio la posizione del manager, gia' finito nel mirino degli azionisti e che, come il vice presidente James Hogan, potrebbe essere sostituito. Ma il terremoto al vertice non si fermerebbe qui: nonostante l'ottimo lavoro anche Montezemolo potrebbe chiamarsi fuori.