Alitalia, nel Cda un esponente di Abu Dhabi. Rumors
I dettagli delle strategie del nuovo piano Alitalia
Si' all'offerta low cost sul network di breve e medio raggio. Si' anche al taglio dei costi da 300 milioni di euro l'anno a regime. Ma a ben guardare il piano 2017-2021 per l'estremo rilancio-salvataggio di Alitalia si regge soprattutto su una precisa scelta strategica: aumentare i voli da e per Messico e Stati Uniti. In che modo, scrive MF, e' tutto da vedere, ma si parte da un incontrovertibile dato di mercato che apre spiragli di ottimismo per guardare oltre il baratro dei 500 milioni di euro di perdita 2016: sulle rotte Italia-Usa-Italia c'e' almeno un 10% di domanda in piu' rispetto all'attuale offerta.
Alitalia vorrebbe e potrebbe colmare quell'eccedenza di richieste, com'e' scritto nel piano, rinegoziando le condizioni della joint venture transatlantica con Delta e Air-France-Klm. Secondo quanto riportato dal Messaggero, Etihad vuole cambiare passo ad Alitalia rafforzando la governance con i soci italiani e provando a imprimere una svolta al piano industriale dopo l'impasse di questi mesi e l'irritazione del Governo.
La prima mossa, spiega il quotidiano, sara' quella di impegnarsi direttamente nella compagnia inserendo nel cda un componente del Governo di Abu Dhabi, Ahmed Ali Al Sayegh, ceo del gruppo Dolphin Energy Limited, per un confronto piu' stretto e costruttivo con gli azionisti, Intesa Sanpaolo e Unicredit in testa. Si tratta di un passo, prosegue il giornale, che testimonia come il rapporto con James Hogan e probabilmente con lo stesso Cramer Ball, rispettivamente vicepresidente e a.d. di Alitalia, sia arrivato alle battute finali. Del resto i soci italiani hanno fatto capire di voler avere una interlocuzione non con i manager, che non hanno brillato per risultati, ma direttamente con l'azionista Etihad, a sua volta insoddisfatto dell'andamento del vettore.
Proprio per questo, aggiunge il quotidiano, la seconda mossa di Etihad, anche questa concordata con le banche e caldeggiata dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, sara' quella di sottoporre nelle prossime ore il piano messo a punto da Ball all'attenzione di un advisor industriale, che dovra' verificarne la sostenibilita' economica. Poi spettera' ai soci, nel giro di un paio di settimane, condividere le scelte strategiche e scriverle nere su bianco nel nuovo business plan. Di certo gli azionisti hanno ben fermi alcuni punti che confluiranno nel piano.
Il primo e' la revisione della governance, con un rapporto tra i soci che dovra' essere costante, in netta discontinuita' con il passato. Il secondo riguarda il nodo delle alleanze considerato che quella con Air France e Delta blocca lo sviluppo delle rotte verso il Nord America, le piu' profittevoli, e va dunque rimessa in discussione. Il terzo punto prevede la ricerca, in tempi brevi, di un'alleanza sul medio raggio, per trovare una struttura dei costi equilibrata.
Insomma, si cerca un socio industriale. Lufthansa o altri, in grado di sostituire nella compagine azionaria le banche. Ma Etihad e soci cercano una sponda anche dal Governo che, proprio per dare una mano alla ex compagnia di bandiera, potrebbe muoversi sia sul fronte della liberalizzazione degli slot di Linate sia su quello delle rotte verso gli Usa.