Economia

Alitalia, quella strana mossa per salvarla. Offerta di 1,5 miliardi dagli Usa

di Luca Spoldi

Nata in West Virginia nel 1955, Michele ancora universitaria sposò un ricco reduce della II Guerra Mondiale ereditandone presto la fortuna, in parte investita nel 1986 quando, ancora 31 enne, si autofinanziò una campagna per cercare di farsi eleggere al Congresso tra le fila del partito Repubblicano. La campagna non andò a buon fine ma questo non impedì a  Michele negli anni successivi di sviluppare affari in Somalia, arrivando nel 2008 a negoziare la liberazione di una nave cargo ucraina, la Faina, sequestrata da un gruppo di pirati mentre trasportava un carico illegale di armi (tra cui 32 carri armati T-72 di fabbricazione russa) destinate dal Kenya al Sudan meridionale, in guerra con il governo di Khartoum.

Senonché pare che l’intraprendente americana contribuisse solo a far lievitare il prezzo del riscatto (a 35 milioni di dollari), tanto che nel febbraio 2009 l’allora ministro degli esteri ucraino, Volodymyr Ohryzko, chiese a Hillary Clinton, all’epoca Segretario di Stato, di ritirare l’incarico alla Ballarin/Roosevelt Edwards. Cosa che la Clinton fece rapidamente tanto che quando Barack Obama si insediò alla Casa Bianca la Balalrin/Roosevelt aveva firmato un altro contratto col Pentagono per raccogliere informazioni in Somalia. L’anno successivo l’intraprendente ereditiera avviava una sua compagnia aerea operante da Mogadiscio, Oasis Aviation Group.

Proprio con questa compagnia l’estate scorsa aveva presentato una prima offerta da 173 milioni di euro per rilevare Wow Air in blocco, ma la proposta era stata rifiutata dai liquidatori. Le trattative sono comunque proseguite ugualmente sino all’accordo annunciato lo scorso settembre tra USAerospace e Wow.

Semplici coincidenze e stranezze, o Michele dispone di buoni amici a Washington, in grado di “sponsorizzarla” adeguatamente, magari anche per evitare che l’Italia possa ricevere qualche “attenzione non gradita” da parte di Pechino in un momento di grande difficoltà economica per il paese oltre che per la sua ex compagnia di bandiera? Difficile dirlo, soprattutto se dovessero essere davvero coinvolte delle barbe finte, ma un motivo in più perché il governo italiano valuti con tutte le cautele del caso la proposta.