Economia
Alitalia, Resca ad Affari: "Va fatta fallire. Ridicoli i 100 milioni di Delta"
Parla l'ex commissario di Cirio-Del Monte ed esperto di turn-around aziendali Mario Resca
Mario Resca è conosciuto come Mr McDonald's per aver fatto crescere, nel ruolo di presidente e amministratore delegato della branch italiana, la multinazionale del fast food americana nel nostro Paese. Oltre a guidare ora Confimprese, l'associazione che raggruppa oltre 300 marchi nel settore del commercio retail con 144 miliardi di ricavi e ad essere stato in passato consigliere di amministrazione di grandi gruppi italiani come Eni, Mondadori e Rizzoli (solo per citarne alcuni), ha ricoperto anche il ruolo di commissario straordinario del gruppo Cirio-Del Monte ed è definito dagli addetti ai lavori uno specialista di turn-around aziendali. A lui Affaritaliani.it ha chiesto come uscire dalla crisi Alitalia, ora che i gruppi che dovevano salvare l'ex compagnia di bandiera si sono sfilati in Zona Cesarini.
Oggi scade l'ennesima proroga sulla presentazione delle offerte vincolanti per Alitalia, ma Atlantia si è sfilata e la nuova cordata non decolla. Fs non è disposta a farsi carico dei rischi di una nuova nazionalizzazione. Come si esce dalla crisi Alitalia?
"La vicenda è costosissima per il Paese ormai da decenni. Il mercato è molto competitivo, abbiamo perso tutti i treni possibili e messo oltre 12 mila persone in cassa integrazione per 8 anni, continuando a offrire alla società miliardi. Soldi che avremmo potuto rieimpiegare invece per provvedimenti di politica economica utili al Paese. Bisogna prendere atto che le aziende falliscono. Avviene in tutto il mondo. Alcune compagnie aeree sono sparite, altre sono state acquisite e solo le migliori sono sopravvissute. E' il mercato. Non è possibile trovarsi nuovamente a fronteggiare il terzo o quarto fallimento nel fallimento. Le aziende devono chiudere e in Italia sono andate a gambe all'aria centinaia di altre società. Altro che 10 mila persone. Nessuno è stato in grado di gestire Alitalia".
E quindi bandiera bianca?
"Purtroppo questa è la situazione. Perde centinaia di milioni come se fossero noccioline: 800-900 all'anno. Quest'azienda non è in grado di essere competitiva e non possiamo ulteriormente sobbarcarci del peso della sua sopravvivenza con l'enorme debito pubblico enorme che il nostro Paese ha. Non è questione di leadership e non so nemmeno se Sergio Marchionne sarebbe riuscito a salvare Alitalia. Forse sì, ma solo con grandi alleanze perché così com'è l'aviolinea, che anche se privatizzata, fra otto anni di Cig per 12 mila persone e prestiti dello Stato, è rimasta un'azienda pubblica da sempre. E' fuori mercato".
Insomma, non ha futuro...
"Esatto e soprattutto in un Paese ingessato, oberato dalla pressione fiscale, preda dell'evasione e di una burocrazia allucinante e sempre più costosa, con un debito monstre come il nostro, è un lusso che non possiamo permetterci. Non c'è commissario che tenga".
Neanche il modello Swiss-Air a cui potrebbe puntare Lufthansa, un intervento cioè dopo il fallimento e con un alto numero di esuberi...
"Più il tempo passa e più nessuno si palesa per prendersela, perché perde troppi soldi. Chi vuole che venga in Italia ad investire dov'è impossibile gestire le dismissioni, oltretutto nel capitale di una società dov'è presente lo Stato. L'azienda non è competitiva da almeno 10 anni per enormi costi fissi. Bisogna anche rimodernare la flotta e acquisire altri slot per andare in giro per il mondo. Con questa situazione politica, poi, gli investitori scappano. Questa è la situazione che vedo, lavorando con molte aziende multinazionali e partecipando all'estero ai loro comitati. I capitali si spostano dove vengono difesi e dove riescono ad avere un ritorno dall'investimento. Chi vuole che entri in una società che come Alitalia che perde soldi? L'ha fatto Etihad, che poi è uscita lasciandoci un mare di denaro".
E i 100 milioni che sono disposti a mettere gli americani di Delta Airlines?
"Cosa vuole che siano 100 milioni: sono la perdita di qualche mese d'esercizio. E' un'offerta ridicola. Ci stiamo prendendo in giro se pensiamo di poter contare su questi soldi. Con l'andamento attuale del business e le ristrutturazioni che la situazione di Alitalia richiede - si parla di circa 3.000 esuberi - offrire 100 milioni è ridicolo. Vuol dire che si sta facendo finta di partecipare all'operazione. E l'altro miliardo per ristrutturare tutta la compagnia e renderla competitiva chi lo mette? E' ridicolo".
@andreadeugeni