Economia
Alitalia sui tavoli di Merkel-Macron-Conte.Per il vettore spunta l'alleanza Ue
Mentre a Bruxelles Italia-Germania-Francia stendono il piano sul Recovery Fund...
Nel giorno successivo all'ok nella sofferta trattativa su Recovery Fund, spuntano le alleanze europee per Alitalia. Prima ancora di pensare a un accordo con Delta sul lungo raggio, il piano industriale che sta prendendo forma tra via XX Settembre e Bruxelles, mette sul tavolo accordi commerciali e joint venture sul medio raggio, che si stima sia il primo segmento a ripartire nella fase post-Covid.
Alitalia non può stare da sola, è la riflessione condivisa dal Mef, dal management della newco (il Ceo, Fabio Lazzerini, e il presidente, Francesco Caio) che ha steso un nuovo piano e pienamente supportata dall'advisor industriale, Oliver Wyman. Con una postilla: la scelta del partner dovrà passare anche per un confronto politico.
Sia nel primo documento messo a punto, che nella sintesi riservata al ministro Roberto Gualtieri, non si fanno nomi di possibili alleati, ma si fa riferimento a intese "europee", che fanno pensare a Lufthansa e Air France-Klm; mentre il riferimento a un'intesa politica rimanda direttamente ad Angela Merkel ed Emmanuel Macron, i protagonisti guarda caso della sofferta trattativa per il Recovery Fund.
Chissa', insomma, che la fatica per placare i cosiddetti Paesi frugali a favore dell'Italia, non valga ai due leader di Germania e Francia un posto d'onore al tavolo delle trattative sul futuro di Alitalia, che resta sempre un asset appetito da Parigi e Berlino. Nel nuovo piano la flotta sarà più piccola, con una dotazione niziale di 70 aerei, ma poi potra' tornare a crescere, fino ad arrivare ad oltre 100 velivoli nel 2023 quando il traffico tornera' normale. Dei 70 veivoli, tra i 15 e i 20 saranno di lungo raggio, 12 quelli di medio-corto (Embraer) e 44 gli Airbus della serie A320.
Un ridimensionamento che preoccupa non poco i sindacati, che ieri hanno espresso subito il loro dissenso chiedendo garanzie per l'occupazione che secondo i rumors potrebbe ridimensionarsi di 4 mila unità, dipendenti che resteranno in cassa integrazione, un numero proporzionale alla flotta: considerando poco più di 11 mila dipendenti attuali, con una dote di 113 aerei, il taglio di 40 macchine comporterà un esubero di 3.500 posizioni circa, che saranno messe in cassa integrazione e non saranno espulse dal ciclo produttivo. Buona parte di questi dipendenti rientreranno progressivamente con il rilancio della flotta.
E anche se sono numeri smentiti dal governo, restano compatibili con la situazione attuale dovuta alla pandemia che vede in cigs 6.800 persone.