Quello che succederà durante i processi non è dato sapere, ma altre informazioni che farebbero propendere per un “tracheggiamento” da parte di Atlantia riguarda il fatto che – sempre a quanto risulta – la holding avrebbe ritardato nel caricare in data room a gennaio come da accordi una serie di documenti ulteriori necessari per portare avanti le operazioni di due diligence.
Di proroga in proroga, la vicenda continua a trascinarsi ormai da luglio dello scorso anno. Tra l’altro, il processo sulle responsabilità di Autostrade per il crollo del Ponte Morandi hanno portato a galla 42 intercettazioni “galeotte” in cui i massimi dirigenti tecnici della società fanno riferimento al deterioramento dei tiranti del Ponte tra il 2016 e il 2017, ben prima della tragedia. Eppure, nonostante una situazione che si fa complessa, Atlantia non molla: vuole massimizzare la cessione. E la Cassa mastica amaro.
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