Economia

Assoconfidi: "Il governo rifinanzi il Fondo di garanzia, pmi preoccupate"

Eduardo Cagnazzi

Dotta: "E' uno strumento di politica industriale. vanno valorizzate invece le opportunità previste per le imprese". La lettera ai rappresentanti del governo

Assoconfidi esprime forte preoccupazione per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e si rivolge al governo affinchè continui a sostenere il Fondo di garanzia come strumento di politica industriale. Lo fa con una lettera indirizzata ai rappresentanti del governo con la quale esprime preoccupazione  in relazione alle risorse destinate al rifinanziamento del Fondo di Garanzia previsto nella bozza del Documento di economia e finanza. “A nostro avviso invece -si legge nella lettera a firma del presidente Gianmarco Dotta (nella foto)- occorre potenziare tale strumento indispensabile per l’accesso al credito delle pmi, valorizzando la controgaranzia attraverso i Confidi. In merito alla bozza del nuovo Def, nella quale il governo ha inserito norme che prevedono un rifinanziamento del Fondo di Garanzia per 2miliardi di euro circa, Assoconfidi ritiene necessario sostenere tale iniziativa e intervenire per fornire una chiave di lettura corretta della reale situazione, prendendo le distanze da alcune notizie apparse su organi di stampa di matrice economica”. Nella lettera, il Sistema dei Confidi esprime profonda preoccupazione e sconcerto rispetto al messaggio distorto che qualcuno sta cercando di far passare in queste ore, in quanto non fornisce una interpretazione chiara ed onesta della flessione di operatività del Fondo di Garanzia registrata in questi ultimi mesi, tentando di mettere in discussione uno strumento fondamentale per l’accesso al credito delle pmi.

“Riteniamo che i dati presentati riflettano da un lato la fase di start up successiva alla riforma avviata dal Fondo di Garanzia lo scorso 15 marzo e, dall’altro, scontino la mancata attuazione delle modifiche in termini di processi operativi che le banche avrebbero dovuto sostenere per ottemperare ai nuovi adempimenti previsti. Mi preme sottolineare che fin dall’inizio eravamo consci della necessità di un periodo di assestamento nei processi bancari necessari per l’integrazione tra confidi e banche. Occorrerà infatti un congruo periodo di tempo utile per valutare compiutamente gli effetti delle nuove forme di intervento del Fondo di Garanzia. Abbiamo accolto con favore la previsione che per la controgaranzia sia consentita la delibera “condizionata” e “non condizionata” da parte dei Confidi, ossia indifferentemente prima o dopo quella della banca, favorendo in tal modo tempi rapidi in grado di dare una tempestiva risposta alle esigenze finanziarie delle pmi. Anche in tale ambito –continua Dotta- rivedere i processi bancari diventa fondamentale per sfruttare concretamente le opportunità legate alla riforma del Fondo. A tal proposito, abbiamo condiviso con ABI che, all’interno dello stesso Protocollo Abi e Assoconfidi, venisse previsto un focus volto a favorire e semplificare l’accesso delle pmiI alla controgaranzia del Fondo sui finanziamenti di minore importo richiesti dalle imprese retail, promuovendo tra l’altro una tempestiva operatività delle c.d. “operazioni finanziarie a rischio tripartito”. In tema di copertura della garanzia, si legge ancora, “occorrerebbe valorizzare maggiormente le opportunità previste dalla riforma in tema di riconoscimento dell’aggiuntività che i confidi possono traslare sulle banche e quindi sulle imprese grazie alla ponderazione 100% riconosciuta sulla quota garantita dai confidi autorizzati. Parimenti la differenziazione della percentuale di garanzia pubblica concessa dal Fondo in funzione del profilo di rating dell’impresa favorisce un impiego efficiente ed efficace delle risorse pubbliche, destinandole in primo luogo a quei soggetti per cui sono determinanti per accedere al credito bancario, a discapito delle mPMI che invece sono in grado di instaurare autonomamente una relazione positiva con il sistema bancario. Occorre valorizzare ulteriormente la controgaranzia attraverso i Confidi, una modalità attraverso cui le pmi, altrimenti escluse dai canali bancari, possono finalmente tornare ad accedere al credito, anche grazie al valore aggiunto derivante dalla presenza dei Confidi”.