Economia
"Crèdit Agricole non vuole ostacolare l'ops di Unicredit su Orcel: una scalata che blinda i propri interessi strategici in Italia"
Unicredit potrebbe offrire ai francesi concessioni come il rinnovo degli accordi distributivi con Amundi o la gestione delle filiali in sovrapposizione per ottenere il supporto di Crédit Agricole nell'Ops
L'Ops di Unicredit su Bpm è nelle mani di Crédit Agricole: i francesi mirano a rafforzare la propria posizione negoziale
La scalata di Crédit Agricole su Banco Bpm è solo all'inizio. A pochi giorni dall'ufficializzazione della notizia, il primo azionista di Piazza Meda ha annunciato di voler superare ulteriormente il 15,1%, puntando a raggiungere il 19,99%, con tanto di richiesta formale alla Banca Centrale Europea. Il numero uno dell'istituto milanese, Giuseppe Castagna, si è detto "molto contento" dell'investimento, precisando che la partita dell’Ops è lontana dall'essere conclusa.
La realtà, però, è che Crédit Agricole ha già messo a segno un doppio colpo strategico. Da un lato, ha rafforzato la sua posizione in Piazza Meda per farsi trovare pronta qualora Unicredit decida di avviare una trattativa, con l'obiettivo di supportare la sua offerta pubblica di scambio. Dall'altro, si posiziona in modo solido qualora Banco BPM scelga di intraprendere una mossa difensiva, come un'operazione straordinaria su Mps.
Ma secondo quanto rilevano alcuni analisti finanziari, l'interesse dell'Agricole è proteggere ed eventualmente espandere i propri accordi distributivi più che bloccare l'offerta di Unicredit, che comunque avrà bisogno di un rilancio. I francesi dispongono di "un potere significativo in qualsiasi potenziale decisione" di Banco Bpm come pure "nel successo dell'offerta di Unicredit", scrivono gli analisti di Intesa Sanpaolo. La loro quota rappresenta "un'importante merce di scambio", in cambio della quale Unicredit "può offrire l'estensione dell'accordo distributivo con Amundi, le filiali in sovrapposizione, alcuni accordi di distribuzione in Italia e l'opzione di espandere la sua rete distributiva in Germania se l'operazione su Commerzbank dovesse essere finalizzata".
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"In questo caso le chance di successo dell'offerta di Unicredit", che "comunque richiede un aumento del prezzo", "potrebbero aumentare mentre le chance di una mossa difensiva di Banco Bpm su Mps diminuire". Qualora invece dovesse schierarsi a difesa dell'autonomia del Banco "il Credit Agricole potrebbe mantenere le attuali partnership e giocare un ruolo in qualsiasi futura azione societaria di Banco Bpm, guadagnano alcuni crediti con il governo. In tal caso il successo dell'offerta di Unicredit sarebbe a rischio".
Anche per Equita l'ascesa nel capitale del Banco "rafforza la posizione negoziale" dei francesi che possono "difendere meglio le proprie partnership/fabbriche prodotto" sia con Banco Bpm che con Unicredit "oltre ad aumentare la rilevanza" nelle assemblee "in un contesto di passivity rule". Unicredit e l'Agricole potrebbero trovare "un punto di incontro" nella "gestione delle filiali in eccesso" e "nel rinnovo e mantenimento dei contratti distributivi" mentre viene giudicata "altamente improbabile" una controfferta, "anche per ragioni di natura politica che rendono un'operazione di questo tipo difficilmente realizzabile" e alla luce dell' "approccio collaborativo e costruttivo" che i francesi hanno sempre avuto "con gli stakeholder e il governo" e che potrebbero ritenere "importante preservare". Anche per Mediobanca l'interesse del Credit Agricole è "migliorare la propria posizione negoziale per garantire la distribuzione continua dei suoi prodotti" piuttosto che "tentare di agire essi stessi come consolidatore".