Banca d'Italia, Visco "si fa un giro" in Ferrari e in Stellantis - Affaritaliani.it

Economia

Banca d'Italia, Visco "si fa un giro" in Ferrari e in Stellantis

Palazzo Kock punta quasi un miliardo sui titoli degli Agnelli nei propri investimenti azionari. Il portafoglio di Via Nazionale

Un giro, di portafoglio, in Ferrari e in Stellantis. Nei propri investimenti di tesoreria, la Banca d'Italia punta 840 milioni di euro sui titoli della galassia Exor, aumentando i denari sulle azioni delle società controllate dalla famiglia Agnelli-Elkann: l'1,4% di Cnh Industrial, l'1,1% di Ferrari e lo 0,5% di Stellantis. Un ammontare superiore a quanto investito a fine marzo 2020, quando le partecipazioni di Bankitalia nelle controllate di Exor valevano 237 milioni di dollari, mentre alla fine del primo trimestre di quest'anno ammontavano a oltre un miliardo.

Elkann
 

Lo scrive Milano Finanza, che spiega come le partecipazioni siano elencate nel documento che tutti gli investitori sono tenuti a inviare alla fine di ogni trimestre alla Sec, la Consob statunitense, per rivelare le posizioni azionarie detenute a Wall Street.

Le quote nelle controllate dalla galassia Exor sono detenute direttamente dalla banca centrale, che a fine 2020 aveva azioni per un valore di 12,7 miliardi di euro.

Il quotidiano del gruppo Class ricorda che in Via Nazionale la gestione è improntata alla replica di indici azionari ed è quindi probabile che nel portafoglio figurino tutti o quasi i titoli del Ftse Mib (salvo banche, assicurazioni e media) e altre società incluse nei principali indici mondiali, come la biotech tedesca Qiagen.

Ma Palazzo Koch non comunica tuttavia le componenti del portafoglio a eccezione di quanto è obbligata a fare per gli strumenti finanziari quotati al New York Stock Exchange, come le azioni di Cnh, Ferrari e Stellantis. Il valore dell'esposizione nei confronti della galassia Exor salito a quasi quota un miliardo è frutto sia del recupero del prezzo dei titoli sia dell'aumento della conseistenza dei pacchetti detenuti. 

A fine marzo, poi, Banca d'Italia possedeva Etf sull'azionario Usa del per un valore vicino a 1,2 miliardi di dollari. L'esposizione si è ridotta marginalmente rispetto a un anno fa, ma soprattutto è cambiata qualitativamente. Nel 2020 infatti i criteri di investimento orientati al rispetto delle migliori prassi ambientali, sociali e di governance (Esg), già introdotti nel 2019 per la gestione dei portafogli azionari italiano e dell'area euro, sono stati estesi agli investimenti in fondi comuni ed Etf che a fine 2020 valevano circa 1,7 miliardi di euro.